Come stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione i valori di riferimento assunti a parametro delle cosiddette "Tabelle milanesi" "costituiranno il valore da ritenersi equo e cioè quello in grado di garantire la parità di trattamento e da applicare in tutti i casi in cui la fattispecie concreta non presenti circostanze idonee a aumentarne o ridurne l'entità".