Comunicati stampa
04/03/2015

Dpcm precari: un passo iniziale, ma insufficiente e aleatorio. Urge lo sblocco del turnover. Comunicato stampa Anaao Assomed del 4 marzo 2015

Il  riemerso D.P.C.M. per la stabilizzazione del personale precario in Sanità, in attuazione di quanto disposto dalla L. 125/2013, appena firmato dal  Ministro della Salute, rappresenta, come già sottolineato dall'Anaao Assomed, un passo iniziale, ma insufficiente ed aleatorio, per l'avvio del processo di stabilizzazione. Non solo esso non tiene conto dell'impossibilità di conciliare un valido e sostenibile iter di stabilizzazione con il blocco del turn-over ed i vincoli assunzionali, ma si limita ad attribuire alle Regioni una mera possibilità senza alcuna efficacia cogente. Nonostante il processo di stabilizzazione avvenga nell’ambito di dotazioni organiche esistenti e nei limiti del costo del personale fino ad oggi sostenuto, rispettando, quindi, i vincoli finanziari e senza nemmeno porsi in contrasto con gli obiettivi dei piani di rientro, mirando alla ottimizzazione delle risorse disponibili.

Affinchè l’abuso di contratti atipici cessi e le vacanze dei posti nella dotazione organica siano occupati da personale di ruolo, è necessaria la fine del blocco del turn-over, non solo nella misura del 15%, anche per le Regioni sottoposte a piano di rientro, cominciando ad assicurare l’immediato scorrimento delle graduatorie concorsuali vigenti con assunzione del personale sanitario idoneo e la indizione di concorsi pubblici evitando fenomeni a macchia di leopardo. Ma, soprattutto, occorre un provvedimento legislativo ad hoc, magari nell’ambito del ddl delega ex art.22 del Patto della Salute, che consenta la trasformazione/stabilizzazione dei contratti atipici non ricompresi nel Dpcm, che sono la maggioranza, che, al pari degli altri, concorrono a garantire i LEA occupando posti in dotazione organica vacanti da anni, al fine di impedire la brusca ed improponibile interruzione di pubblici servizi essenziali.

Senza tali provvedimenti, si rischierebbe addirittura di rimettere in discussione le proroghe dei contratti già previste dalle diverse Regioni, prefigurando un vero e proprio dissesto organizzativo e di salute pubblica.

I precari della Sanità non hanno meno diritti di quelli della scuola ed il diritto alla salute dei cittadini non può essere garantito da una assistenza precaria fatta da esistenze precarie. E’ il momento di dare speranza anche alle speranze dei giovani medici e dirigenti sanitari.

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