Rassegna di giurisprudenza
22/10/2024

Giurisprudenza: responsabilità, remunerazione prestazioni, legge 104

Cassazione Civile - Sez. III - ordinanza 26180/2024 Intervento eseguito nonostante l'assenza di una sala di rianimazione. Se l'autorizzazione ad operare è stata concessa anche in ragione del fatto che, in caso di emergenza, il paziente può essere trasferito in un centro più attrezzato, allora occorre indicare quale cautela generica è stata violata, ossia cosa imponeva alla clinica di non effettuare l'intervento nonostante avesse l'autorizzazione, generale, a farlo; non potendo ovviamente l'imprudenza consistere nella mera circostanza di avere effettuato l'intervento pur sapendo che non vi era sala di rianimazione, e ciò in quanto tale intervento era, per l'appunto, autorizzato.

Consiglio di Stato - Sez. III - sentenza n. 4708/2024 Strutture private e SSR: la remunerazione delle prestazioni. La remunerazione delle prestazioni assistenziali secondo il costo standard risponde all'esigenza di riequilibrio esulando dal tema del riconoscimento effettivo dei costi sostenuti. La remunerazione delle prestazioni assistenziali fa sì che il finanziamento delle prestazioni non tariffabili esuli dal corrispettivo sinallagmatico con il servizio sanitario rispondendo alla nozione di sovvenzione pubblica. Pertanto, l'Amministrazione non è tenuta a versare una somma corrispondente all'intera spesa che le strutture devono sostenere per le funzioni non tariffabili, ma può discrezionalmente determinare di anno in anno l'ammontare della sovvenzione, discernendo di volta in volta come contribuire congruamente al funzionamento delle stesse.

Corte di Cassazione – Ordinanza n. 26514/2024 Legge 104. La Corte di Cassazione ha rilevato che il lavoratore subordinato può organizzare l’assistenza al familiare disabile per orari e modalità flessibili, adattandola alle esigenze di cura di quest'ultimo; l’assistenza può essere data anche in momenti della giornata che non coincidono con l'orario di lavoro o di servizio, a condizione, però, che tale accudimento sia effettivo e prevalente. In giurisprudenza è ormai consolidato l'orientamento per cui il dipendente, che sfrutta il permesso retribuito, ha diritto di modulare con elasticità l’assistenza al familiare, ma sempre avendo come prioritarie le esigenze del disabile.

 

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