26 settembre 2016
Tanto tuonò che piovve. Il Governo finalmente ha deciso nella seduta del 23 settembre di uscire dal torpore istituzionale e di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge della Regione Basilicata in merito alla mancata applicazione della direttiva europea sull’orario di lavoro dei Medici e Dirigenti sanitari.
Ci sono voluti “solo” nove mesi, commenta Costantino Troise, Segretario Nazionale Anaao Assomed, perché il Governo, che vanta una rapidità di azione sconosciuta ai precedenti, decidesse di rispondere all’arroganza della Giunta regionale Lucana accogliendo la segnalazione delle Segreterie Nazionali di Anaao Assomed, Aaroi-Emac, Anpo Nuova Ascoti Fials Medici e Snr, avvenuta nel dicembre 2015, e di sollevare il conflitto di competenza nei confronti di una legge con la quale quella Regione si era autoproclamata Stato, per non fare quanto ci chiedeva l’Europa.
Siamo, ovviamente, soddisfatti dell’iniziativa, anche se ci saremmo aspettati tempi più brevi per intervenire contro una chiara elusione delle norme sulla sicurezza delle cure, per i medici ed i cittadini, la cui applicazione ha fatto sopravvivere, in maniera strisciante al Sud ed alla luce del sole in Basilicata, un modello organizzativo fondato su turni illegittimi e rischi inaccettabili, per evitare la strada maestra di nuove assunzioni, esponendo a responsabilità civile, penale e contabile gli stessi soggetti obbligati a dare corso a tali disposizioni.
Senza contare il fatto che la auto-attribuzione di un potere derogatorio, in violazione dei limiti e dei soggetti previsti dalla Direttiva, espone l’Italia a pesanti sanzioni economiche da parte della Commissione Europea.
Vorremmo che il Governo dicesse ai cittadini italiani chi, in questo caso, sarà chiamato a pagare il conto.