Confermata la condanna nei confronti di una dottoressa dipendente dell'Asl, operante in regime di attività di libero professionista intramuraria autorizzata presso il suo studio privato, che una volta ricevuti i compensi dalle pazienti, non aveva corrisposto all'ente gli importi previsti, cioè il 25% delle somme percepite e non fatturate.