La decisione di spostare la data dello sciopero dal 8 e 9 al 23 febbraio è stata dettata solo dal senso di responsabilità che ci lega soprattutto ai nostri pazienti ai quali non vogliamo procurare ulteriori disagi. Non è più possibile continuare a negare a migliaia di professionisti in barba alla Costituzione il diritto a contrattare le condizioni che regolano il proprio lavoro.
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31 gennaio 2018
In mancanza della convocazione per aprire le trattative contrattuali, sarà sciopero nazionale il 23 febbraio anticipato da una serie di iniziative che saranno attuate a partire dal 12 febbraio.
L’ultimatum dei medici, veterinari e dirigenti sanitari è stato lanciato da tutte le sigle sindacali in rappresentanza di 150 mila professionisti per sbloccare finalmente l’apertura della trattativa per il rinnovo del contratto 2016-2018.
Si alzano i toni della protesta con:
− richiesta di incontro urgente al Ministro della Funzione pubblica in quanto organo politico che deve vigilare sull’attività dell’Aran;
− denuncia alle Procure della Repubblica per omissione di atti di ufficio rispetto alla sentenza della Corte Costituzionale del luglio 2015 che ha stabilito lo sblocco dei contratti;
− presidio alla sede Aran il 15 febbraio;
− assemblee il 22 febbraio in tutte le Aziende Sanitarie;
− sciopero nazionale di 24 ore il 23 febbraio.
La decisione di spostare la data dello sciopero dal 8 e 9 al 23 febbraio è stata dettata solo dal senso di responsabilità che ci lega soprattutto ai nostri pazienti ai quali non vogliamo procurare ulteriori disagi. Non è più possibile continuare a negare a migliaia di professionisti in barba alla Costituzione il diritto a contrattare le condizioni che regolano il proprio lavoro.