Con la sentenza 26824/2017, la Corte di cassazione è tornata a occuparsi della questione dell'accertamento e della prova della condotta colposa del sanitario nei giudizi di responsabilità medica, ribadendo che l'onere di dimostrare il nesso causale tra la condotta del medico e il danno di cui si chiede il risarcimento grava in capo al paziente danneggiato. A tal fine, l'attore deve riuscire a provare che la condotta del sanitario ha cagionato il danno secondo il criterio del "più probabile del non".