Rassegna di giurisprudenza
17/02/2017

🆕 Sentenze: le novità dal 13 al 17 febbraio

Questa settimana: - responsabilità amministrativo-contabile per omessa menzione di documento nella dimissione; - legge 104 e divieto di trasferimento per chi assiste parente disabile; -  truffa aggravata e svolgimento dell’attività libero professionale durante l’orario di lavoro; - demansionamento ingiustificato e ripristino dell’incarico; - negligente modalità di prelievo ematico; - esclusività e contestuale svolgimento attività extramuraria.

Corte dei Conti – Sezione giur. Emilia Romagna – Sentenza n. 2/2017: In caso di intrinseca evidente rilevanza del referto, tale da richiedere una particolare attenzione da parte del medico dimettente, l'omessa menzione di detto documento nella relazione di dimissione non può trovare giustificazione in una semplice dimenticanza, trattandosi piuttosto di una inescusabile macroscopica leggerezza professionale che assume, nella specie, la connotazione della colpa grave. Ai fini della responsabilità restano accertate sia la sussistenza del nesso di causalità tra la specifica condotta contestata al medesimo e il danno subito dall'Azienda, sia la connotazione gravemente colposa della condotta stessa.

Cassazione Civile  – Sezione Lavoro – Sentenza n. 25379/2016: Il divieto di trasferire il lavoratore che assiste un parente disabile, previsto dall’art. 33, comma 5 della legge n. 104 del 1992, prescinde dal previo accertamento della gravità dell’handicap da parte delle commissioni mediche delle Unità Sanitarie Locali di cui all’art. 4 della medesima legge. Al fine di valutare la legittimità o meno del trasferimento non ci si può limitare al dato, per l’appunto formalistico, della presenza o meno di documentazione medica proveniente dagli organi previsti dalla legge. Al contrario, occorre “procedere ad una valutazione della serietà e della rilevanza dell’handicap”. In altre parole, occorre considerare le reali e concrete esigenze di assistenza del famigliare disabile anche “a fronte delle esigenze produttive sottese al trasferimento”, operando, quindi, un raffronto tra di esse. Ciò allo scopo di valutare se le necessità aziendali siano di una urgenza tale da potersi imporre sulle contrapposte esigenze del lavoratore (e del parente portatore di handicap).

Cassazione Penale – Sentenza n. 6280/2017: risponde di truffa aggravata il primario che svolge attività libero professionale durante l’orario di servizio. Lo ha sancito la cassazione che ha annullato senza rinvio la sentenza di non luogo a procedere del Gip di Ivrea perché il fatto non costituisce reato.

Cassazione Civile – Sezione Lavoro - Sentenza n. 217/2017: I giudici rigettano il ricorso, proposto da una azienda sanitaria condannata in primo ed in secondo grado, a risarcire il danno ad un dirigente che aveva subito un forte ed ingiustificato demansionamento con conseguente impoverimento della sua professionalità e a reintegrarlo nelle mansioni svolte prima del demansionamento

Tribunale di Cassazione – Sentenza del 9 agosto 2016 - : Negligente modalità di prelievo ematico ed esito cicatriziale risarcibile. Sotto il profilo della causalità materiale la cicatrice riscontrata sul gomito dell’attrice è “diretta ed esclusiva conseguenza delle ripetute manovre di inserimento dell’ago “canula”.

Corte dei Conti – Sezione Lombardia - Sentenza 3/2017 - : Sussiste la responsabilità amministrativa nei confronti del medico dipendente dal Ssn, nella ipotesi in cui percepisca la retribuzione prevista per i dirigenti in rapporto di esclusività, nonostante il contestuale svolgimento di attività professionale extramuraria presso il proprio studio privato, in palese ed immediata infrazione della disciplina vigente (nelle specie art. 72, co.6, L. 23 dicembre 1998, n. 448)". In ordine all'elemento soggettivo la condotta è da considerarsi come dolosa

 

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