Rassegna di giurisprudenza
09/09/2016

Sentenze: le novità dal 5 al 9 settembre 2016

Questa settimana: risarcimento del danno esistenziale per mancato godimento dei riposi compensativi, reiterazione contratti a termine nel pubblico impiego e diritto al solo risarcimento del danno, creazione macro – distretto ed incarico dirigenziale, competenza regionale nel rapporto medici – pazienti, medici competenti e rischio di sovraccarico biomeccanico, responsabilità medica ed individuazione della regola cautelare violata.

Cassazione Lavoro - sentenza n. 17238:in caso di lavoro prestato oltre il sesto giorno consecutivo, ove il lavoratore richieda, in relazione alla modalità della prestazione, il risarcimento del danno non patrimoniale, per usura psicofisica, ovvero per la lesione del diritto alla salute o del diritto alla libera esplicazione delle attività realizzatrici della persona umana, è tenuto ad allegare e provare il pregiudizio dei suo diritto fondamentale, nei suoi caratteri naturalistici e nella sua dipendenza causale dalla violazione dei diritti patrimoniali di cui all'art. 36 della Costituzione.

Cassazione Lavoro – ordinanza n. 16226: la Corte ha rigettato il ricorso di un dipendente comunale nella parte in cui chiedeva di essere assunto a tempo indeterminato. Il lavoratore lamentava il danno a seguito di una reiterazione di contratti a tempo indeterminato da parte dell’amministrazione. I giudici ribadiscono ancora una volta l’impossibilità di conversione del contratto in quanto l’accesso all’impiego alle dipendenze delle P.A. avviene tramite pubblico concorso. Per quanto attiene invece la determinazione de risarcimento del danno, gli Ermellini, dopo aver chiarito che il danno da risarcire non è la perdita del posto a tempo indeterminato in quanto tale prospettiva non c’è mai stata, accolgono per questa parte il ricorso rinviando al giudice di merito per il giudizio definitivo.

Tar Piemonte – sentenza n. 1018 : nell’ipotesi di un unico macro distretto può verificarsi una privazione dell’incarico del precedente direttore; a parere del Tar non è illegittima la scelta della Asl di selezionare il futuro Direttore del macro distretto, previo esperimento di una procedura selettiva aperta al pubblico.

Consiglio di Stato – sentenza n. 3627: le modifiche al rapporto tra medici e pazienti sono di competenza regionale. Su queste motivazioni, il Consiglio di Stato respinge con ordinanza il ricorso presentato da una Asl per la sospensione della sentenza del Tar in merito all’individuazione degli incarichi di continuità assistenziale. Il Tar aveva annullato le delibere della Asl “in quanto con tali provvedimenti l’Azienda sanitaria, in violazione dell’Acn di Medicina Generale del 2009, di fatto aveva modificato il rapporto ottimale tra i medici di continuità assistenziale e gli abitanti residenti, mentre la modificazione di tale rapporto, a seguito di corrispondenti Accordi regionali, rientra nella competenza della Regione”.

Cassazione Penale – sentenza n. 35425: la Corte ha affermato che il medico competente, in ragione del complesso di obblighi di collaborazione e di controllo in materia di prevenzione rischi e sorveglianza sanitaria, come delineato dalla normativa di settore, sia tenuto, proprio in ragione di ciò, all'osservanza degli obblighi tra cui deve essere individuato quello della sorveglianza sanitaria sulla base dei rischi da sovraccarico biomeccanico ovvero sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti a rischio (dovuto a movimenti e sforzi ripetuti nel tempo) per apparato muscolo scheletrico degli arti superiori.

Cassazione Penale – sentenza n. 31490: la Corte ribadisce che un’azione o un’omissione che concreta una violazione ad una regola cautelare integra il fatto colposo. Pertanto solo se l’azione materialmente produttiva dell’evento abbia tale caratteristica potrà parlarsi di condotta colposa; diversamente l’evento sarà da ascrivere al caso fortuito, o alla forza maggiore, o alla condotta di un diverso soggetto. È agevole quindi concludere che l’intero edificio della responsabilità per fatto colposo trova un suo essenziale caposaldo nell’accertamento della ricorrenza di una condotta trasgressiva di regola cautelare causalmente efficiente rispetto all’evento.

 

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