La Corte precisa che in alcun caso il medico può imporre una cura; essa è sempre consigliata ed il paziente, debitamente informato, è sempre libero di seguirla. La volontà di non proseguire le cure costituisce fatto interruttivo del nesso causale fra la condotta dei sanitari e le conseguenze pregiudizievoli ascrivibili al ritardato intervento chirurgico al quale il paziente si sottopose presso un'altra struttura ospedaliera, dopo aver lasciato trascorrere circa trenta giorni senza controlli sull'evoluzione della patologia.