Benché si consideri improbabile un esplicito accordo per una falsificazione della cartella clinica, gli imputati messi sull'avviso dalle “voci di corridoio”, omisero consapevolmente un'indagine immediata, dalla quale avrebbero agevolmente ricevuto conferma documentale di quelle voci. È del tutto plausibile, pertanto, il convincimento circa il consapevole rifiuto dei chirurghi di accertare le cause effettive della crisi che condusse la paziente alla morte, omettendo così di riferirne nella cartella clinica da loro redatta, non accertando e non attestando una realtà di cui si erano resi ben conto.