Comunicati stampa
17/10/2012

DECRETO SANITA’: NO A MISTIFICAZIONI RAGIONIERISTICHE

Comunicato stampa Anaao Assomed - 17 ottobre

 

Un tormentone senza fine tra continui colpi di scena sta portando il decreto sanità al voto di fiducia.
Con motivazioni assolutamente speciose ed affermazioni non dimostrate, la Commissione Bilancio della Camera ha di nuovo mutilato il testo approvato dalla Commissione Affari Sociali, costretta praticamente a ri-scrivere sotto dettatura.

Nel mirino sono finiti aspetti di rilievo per il sistema sanitario e le sue categorie professionali:
- il tentativo di equiparare l'età di quiescenza della dirigenza medica e sanitaria del SSN, ma anche dei ricercatori universitari, a quella dei professori ordinari;
- la volontà di estendere alla sanità quanto già previsto per i dipendenti statali in tema di pensionamento;
- la creazione di unità di gestione del rischio clinico per frenare l'incremento delle polizze assicurative e lo stesso obbligo per le aziende sanitare a garantire copertura assicurativa ai propri dipendenti;
- lo sblocco del turnover nelle Regioni in piano di rientro, condannando estese fasce di cittadini a non potere esigere il diritto ai Livelli Essenziali di Assistenza.
- Infine, ciliegina sulla torta, è tornata la precarietà degli incarichi professionali per i medici, che rischiano di rimanere in balia della invadenza amministrativa e politica. Ci chiediamo quale interesse possa avere la Commissione Bilancio verso una norma, riesumata da un comma di una leggina dell'ex ministro Brunetta, che nulla ha a che fare con aumento di costi per la finanza pubblica.

La vendetta consumata da lobbies nostalgiche di “brunettismo” è un fatto grave.
La sanità, i cittadini ed i medici non possono essere ostaggio di gruppi di potere e di mistificazioni ragionieristiche che la Commissione Affari Sociali della Camera non è riuscita ad arginare, subendo impropri condizionamenti del suo ruolo attraverso una vera e propria invasione di campo.

Facciamo appello al Ministro della salute perché voglia recuperare, in un maxiemendamento, almeno alcuni di questi aspetti, ma intanto continuiamo a mobilitare la categoria per portare in piazza a Roma il 27 ottobre anche la nostra rabbia.

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