Il Tribunale di Taranto dichiarava il secondo operatore dell'equipe chirurgica colpevole del reato di omicidio colposo, perché per colpa consistita in imprudenza, negligenza imperizia, in concorso con il primo operatore, cagionavano la morte di una donna a seguito della insorgenza di uno shock ipovolemico esitato in arresto cardiocircolatorio e successivo coma irreversibile per l'instaurarsi di uno stato atossico cerebrale. La Corte d'Appello, sulla base delle risultanze istruttorie, non è giunta ad una pronuncia assolutoria, ma ha dichiarato non doversi procedere nei confronti dell'imputata, perché il reato ascrittole è estinto per intervenuta prescrizione.