I medici possono essere chiamati a rispondere di omicidio colposo se dimettono dall'ospedale pazienti a rischio che poi muoiono. Lo ha stabilito la Cassazione che ha accolto il ricorso della Procura di Milano contro l'assoluzione ''perché il fatto non costituisce reato'' di un medico dell'ospedale di Busto Arsizio, che aveva dimesso un paziente, con esiti di recente infarto esteso del miocardio, a nove giorni di distanza dall'intervento di angioplastica all'arteria anteriore. Le linee guida possono ''legittimamente'' essere ''ispirate anche a logiche di economicità di gestione'', ma ''il medico deve perseguire un unico fine: la cura del malato utilizzando i presidi diagnostici e terapeutici di cui al tempo dispone la scienza medica, senza farsi condizionare la esigenze di diversa natura''.