Comunicati stampa
13/09/2005

Il contratto esca dai palazzi ed entri negli ospedali!

13 settembre 2005

Roma 13 settembre 2005 - “Siamo grati al Ministro Storace per il suo intervento nel tentativo di sbloccare la vertenza contrattuale, ma i medici italiani hanno bisogno di fatti concreti ed immediati. Attendiamo il rinnovo di un contratto scaduto a dicembre del 2001 e ad oggi sembrano addensarsi solo nubi minacciose sui nostri legittimi interessi”.

Lo ha dichiarato il Segretario Nazionale dell’Anaao Assomed, Serafino Zucchelli, che nonostante l’impegno del Ministro della salute, non nasconde una forte preoccupazione in attesa di risultati tangibili.

“Il livello di guardia è alto così come lo è l’esasperazione dei nostri colleghi – ha detto Zucchelli – e la situazione non migliorerà fino a quando non otterremo l’approvazione del contratto di lavoro da parte del Governo e saranno accelerate le procedure per la sua applicazione. Per questa ragione abbiamo programmato due ulteriori giornate di sciopero nel mese di novembre”.

Le manifestazioni avranno il seguente calendario:

4 ottobre 2005 sit in di fronte al Ministero della salute: resta confermato se entro questa data il Consiglio dei Ministri non approva la pre-intesa relativa al quadriennio normativo e al I biennio economico, già sottoscritta il 12 maggio scorso, e l’atto di indirizzo per il II biennio economico  emanato dal Comitato di settore;

17 ottobre 2005 sciopero nazionale di 24 ore: resta confermato se entro questa data non vengono avviate formalmente le trattative al tavolo dell’Aran per il rinnovo del II biennio economico;

14 e 15 novembre 2005 sciopero nazionale di 48 ore: saranno effettuate se il contratto relativo al I biennio economico non sarà diventato applicabile entro il termine utile per corrispondere gli aumenti nella busta paga di novembre.

“Il pericolo che incombe sul destino del nostro contratto e che dobbiamo evitare a tutti i costi – ha aggiunto Zucchelli – è che la sua definitiva approvazione coincida con una legge finanziaria prevedibilmente difficile. Deve essere evitata qualsiasi voluta confusione fra le due vicende: nessuno deve poter dire che mancano i soldi per finanziare il contratto”.

“Anche le Regioni, però, debbono assumere la loro parte di responsabilità per il buon esito della vicenda contrattuale e ci attendiamo che escano dal preoccupante silenzio in cui si sono fino ad ora rifugiate”.

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