Comunicato stampa Anaao del 25 gennaio 2012
Le condizioni di lavoro nel Servizio Sanitario Nazionale devono essere riviste specie dopo la riforma delle pensioni. Questa la richiesta del Segretario Nazionale Anaao Assomed al Governo Monti per rilanciare la sanità del Paese.
L’età media dei dipendenti già elevata – sostiene Troise - si allungherà ulteriormente a seguito del rinvio dei pensionamenti e di un blocco al turnover che dopo molte deroghe, l’ultima per i professori universitari, sembra concentrarsi solo sul SSN.
Non è pensabile poi che servizi di emergenza-urgenza, guardie e reperibilità, sale operatorie e rianimazioni possano proseguire l’attività senza l’ingresso di personale medico giovane. E’ in gioco la sicurezza delle cure.
E’ necessario assicurare inoltre anche l’equità dei provvedimenti adottati in materia previdenziale.
Dopo il golpe sulle pensioni di anzianità, successive modifiche alle regole pensionistiche ne hanno attenuato l’impatto per i lavoratori privati (che rappresentano l’87,5% dei dipendenti), ma non per i dipendenti pubblici (12,5% del lavoro dipendente). Ed ora pare che si voglia fare lo stesso anche nei confronti dei dipendenti del comparto scuola (circa un terzo dei dipendenti pubblici). L’uscita anticipata per la classe 1952 rimarrebbe, così, incomprensibilmente esclusa per i dipendenti del Servizio sanitario nazionale e dei comparti sicurezza, enti pubblici e ministeri.
Per di più, nulla viene fatto per valorizzare ed incentivare il risparmio previdenziale dei giovani Medici e Dirigenti sanitari, agevolando il riscatto della laurea, favorendo la ricongiunzione dei periodi lavorativi e adeguando perlomeno al costo della vita la rivalutazione del montante contributivo.
Le promesse del Governo di rigore, equità e crescita si sono arrestate per il Servizio sanitario nazionale al rigore. Ma così si mette a rischio il sistema di tutela del bene più prezioso per i cittadini e la sopravvivenza di un servizio fondamentale per il presente e futuro del Paese.