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07/02/2022

Medicina di laboratorio nel post pandemia: cosa abbiamo imparato?

apri la versione in pdf  dell'articolo pubblicato su Dirigenza Medica n. 1/2022

di Pierangelo Clerici - Direttivo Nazionale Anaao Assomed Dirigenza Sanitaria – Presidente FISMeLab

E se domani all’improvviso finisse tutto cosa avremmo imparato come Medicina di Laboratorio dopo due anni di pandemia?

Probabilmente molto dal punto di vista virologico, immunologico ed epidemiologico; molto nell’organizzazione del lavoro dall’interno dei singoli laboratori ma assai poco dal punto di delle strategie sanitarie da mettere in campo in caso di eventi epidemici e non certo per colpa nostra.
Non siamo riusciti in due anni a generare nel sistema pubblico, ad esempio, Laboratori Hub di processazione dei famigerati tamponi cosa che invece qualche privato ha concretizzato ricevendo migliaia di campioni giornalmente da ogni parte d’Italia con relativi costi a carico delle Regioni.
E proprio i costi verranno prima o poi proposti e messi a pagamento e la collettività, ovvero noi, pagherà anche se a molti non è ancora chiaro il costo complessivo delle indagini che si stanno effettuando spesso senza razionale.
Giusto per esemplificare: a fronte di un milione di tamponi al giorno eseguiti poniamo che la metà vengano effettuati con sistema antigenico e la metà con test molecolare (in realtà questi ultimi sono in numero maggiore ma semplifichiamo).
Il rimborso, al ribasso, che i laboratori pubblici ricevono per ogni campione processato in molecolare può essere stimato in €40 quindi ogni giorno 20 milioni di euro messi a bilancio per i tamponi (ricordiamoci sempre che ragioniamo in difetto), quindi ogni 10 giorni i milioni di euro sono 200 e ogni 100 giorni abbiamo 2 miliardi di euro da erogare.
In un anno circa 6 miliardi di euro.
Vogliamo poi mettere i costi dei test antigenici per la scuola, e non solo, che vengono rimborsati ai farmacisti e i dispositivi di prelievo per i test salivari quando si utilizza anche questa metodologia di ricerca? Bene ci avviciniamo a 10 miliardi di euro all’anno che possono sembrare giustificati per affrontare una pandemia, peccato che alla base di tutto ciò non ci sia una strategia organizzativa e di acquisti che valga “dalle Alpi alle Piramidi” (grazie al titolo V° della Costituzione che forse in caso di pandemia meriterebbe una revisione).
Come professionisti, di proposte ne abbiamo fatte, ma nessuna è stata recepita. Non ci sembrava peregrina la proposta di costituire degli Hub in cui concentrare per Regione la processazione dei campioni, non ci sembrava peregrina la proposta che tutti gli acquisti fossero in capo ad una unità centrale coordinata però da professionisti della Medicina di Laboratorio che conoscono pregi e difetti delle tecnologie ed anche i prezzi al fine di evitare di pagare 10 ciò che costa 1, non ci sembrava peregrina una commissione permanente che valutasse i prodotti che inondavano il mercato.
Si è imbarcato di tutto sia come qualità, che prezzo, senza consolidare nulla; ci sono laboratori che analizzano 5000 tamponi al giorno ed altri che “soffrono” nel farne 200.
Il sistema dei laboratori privati è intervenuto offrendo un supporto importante ma consapevole che ci poteva essere un ritorno, in termini di utile, importante.
Appare evidente come l’incapacità perdurante di comprendere da parte delle Istituzioni, quanto l’organizzazione della diagnostica sia importante, se guidata da professionisti e non lasciata a burocrati, che poca dimestichezza hanno con il quotidiano, non può portare che a disfunzioni e coati eccessivi.
Quando tutto ciò sarà finito, e per il bene del Paese ci auguriamo presto, bisognerà che qualcuno si assuma il coraggio e la responsabilità di trarre delle conclusioni importanti al fine di rivedere il sistema della Medicina di Laboratorio a fronte anche delle decine di miliardi spesi in questi anni di pandemia, si pensi solo alle campagne di screening e prevenzione, all’ammodernamento delle tecnologie, all’assunzione del personale (siamo a meno del 30% delle risorse necessarie), alle reti di telediagnostica da realizzare.
Ci auguriamo che a bocce ferme visto quanto accaduto, e che purtroppo sta ancora accadendo, una riflessione venga fatta coinvolgendoci operativamente e non lasciandoci come tutti gli italiani ad imitare l’immenso Totò: E IO PAGO!

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