Ddl lauree abilitanti al Senato: molti i punti critici

Il 24 giugno il ddl lauree abilitanti, come approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati, è stato trasmesso al Senato per la seconda lettura, ove ha assunto numerazione AS 2305.

Il testo (comprensivo delle modificazioni apportate dalla Camera) del ddl lauree abilitanti è stato sottoposto anche all’esame del Consiglio dei Ministri in cui è opportuno segnalare che l’articolo 4 dispone – con elenco esaustivo – una procedura volta a rendere abilitanti le sole lauree riferite alle seguenti professioni:
•    Tecnologi alimentari;
•    Dottori agronomi;
•    Dottori forestali;
•    Pianificazione paesaggistica e conservatore;
•    Assistente sociale;
•    Attuario;
•    Biologo;
•    Chimico;
•    Geologo
Rimane invariata la condizioni per cui l’iniziativa dell’avvio di tale procedimento sia riconosciuta ai collegi ed agli ordini.

E’ del tutto evidente che nell’attuale situazione di proliferazione selvaggia di corsi di laurea triennali e magistrali, spesso del tutto eterogenee ed incompatibili tra loro per contenuti formativi, con accessi alle magistrali da decine di triennali che nulla hanno in comune con i corsi magistrali, l’abilitazione diretta alle professioni sarebbe un vero suicidio culturale.
La moda del momento spinge però in questa direzione e le uniche professioni che si salvano sono quelle con laurea a ciclo unico.

Lo sforzo decisivo che andrà fatto sarà nel rivedere le lauree triennali in catena con le magistrali, restringendole enormemente e limitandole esclusivamente alle sole triennali che oggi danno accesso agli albi B, andando a individuare anche per alcune professioni con ambiti di intervento molto ampi, diverse sezioni dell’albo cui poter accedere, auspicabilmente mantenendo per decisione dell’ordine l’esame di abilitazione.