Previdenza
11/04/2021

Contributi liberi professionisti e pensionati in servizio: le notizie dall'Enpam

ESONERO DEI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI DEI LIBERI PROFESSIONISTI
Venendo incontro alle richieste degli enti di previdenza di categoria, il Governo ha accettato, con la legge di Bilancio 2021, di farsi carico di una parte dei contributi dovuti dai professionisti..

CHI
Secondo quanto stabilito dalla legge, potrà  essere esonerato dai contributi previdenziali chi nel 2019 ha avuto un reddito  complessivo fino a 50mila euro, se nel 2020 ha avuto un calo del fatturato di almeno il 33 per cento. Le due condizioni devono essere entrambe soddisfatte. Potrebbero essere esonerati dai contributi Enpam, ma la questione deve essere ancora chiarita, anche i medici pensionati  assunti per l’emergenza Covid-19.
Il beneficio riguarda tutti, senza discriminare i liberi professionisti iscritti agli Ordini professionali, come invece era capitato l’anno scorso con altre misure statali, anche se non si conoscono ancora  dettagli essenziali.

QUANTO
La legge non dice esplicitamente quale sarà l’importo massimo a carico dello Stato, però lo stanziamento (che è di 2,5 miliardi di euro per tutti i lavoratori autonomi italiani) è stato calcolato ipotizzando uno sconto di 3mila euro per ciascun libero professionista.

Non è chiaro, comunque, se l’esonero potrà essere totale o parziale. Cioè, se devo pagare all’Enpam 3mila euro, se ne farà carico integralmente lo Stato? Oppure dovrò comunque pagarne una parte? Per le risposte occorrerà aspettare un decreto attuativo.

QUALI CONTRIBUTI
Al momento non si sa nemmeno quali contributi saranno pagati dallo Stato. Nella legge di bilancio 2021 è scritto che la misura è stata fatta per “ridurre gli effetti negativi causati dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 sul reddito dei lavoratori autonomi e dei professionisti e di favorire la ripresa della loro attività”. Quindi è ipotizzabile che il beneficio riguardi i contributi (Quota A, Quota B e, sperabilmente, il contributo di maternità) dovuti nel 2021.

Ma anche in questo caso per avere certezze bisognerà aspettare di leggere quello che scriveranno i ministeri.

COSA SI PUÒ FARE ADESSO
Nel frattempo l’Enpam si sta organizzando per individuare i beneficiari, in modo da non spedire nemmeno eventuali bollettini a chi avrà il diritto di non pagarli. Ed ha deciso il rinvio di 30 giorni della scadenza prevista per il pagamento della quota A, sia in unica soluzione che in forma rateale.

Inoltre, l’ente mette  online un questionario per permettere ai medici e agli odontoiatri di dichiarare, all’interno della propria area riservata, se hanno i requisiti previsti (reddito complessivo 2019 non superiore a 50mila euro e calo di fatturato di un terzo nel 2020).

DA APRILE 2021 AUMENTO PER I MEDICI CHE LAVORANO DOPO IL PENSIONAMENTO
Con la pensione Enpam di aprile 2021 arrivano i primi aumenti annuali ai medici e agli odontoiatri che hanno continuato a lavorare dopo il pensionamento.

La novità, appena entrata in vigore, è che i ricalcoli non saranno più triennali come in passato ma annuali. Il supplemento di pensione versato ad aprile ha in realtà decorrenza dal 1° gennaio successivo all’anno di pagamento dei contributi. Quindi, nei bonifici inviati ai pensionati sono stati liquidati anche gli arretrati

L’obbligo di contribuzione previdenziale è stato imposto a tutti i pensionati che continuano a lavorare, nessuno escluso, da una legge dello Stato del 2011.

Chi non è iscritto a una cassa di previdenza autonoma è tenuto a versare alla gestione separata dell’Inps  il 24 per cento del reddito libero-professionale; chi , invece, è  iscritto all’Enpam  pagherà  il 9,75 per cento.

Inoltre,  il ricalcolo presso l’Ente di previdenza dei medici e dei dentisti viene fatto ogni anno automaticamente mentre nel caso dell’Istituto nazionale della previdenza sociale viene attribuito solo su richiesta dell’interessato e solo dopo un biennio (la prima volta) o dopo periodi di cinque anni per le volte successive.

I contributi versati all’Enpam dopo il pensionamento hanno, a parità di denaro versato, un  controvalore in pensione paragonabile o superiore a quello dato dall’Inps.

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