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05/05/2025

La sicurezza dei professionisti sanitari e dei cittadini: tutele e prevenzione dalle aggressioni - Quotidianosanità.it

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La sicurezza dei professionisti sanitari e dei cittadini: tutele e prevenzione dalle aggressioni  

di M. Cappiello, P. Rosato, A. Mazzella, F. Rosati, G. Artiola, I. Patierno

05 MAG - Gentile Direttore,
la sicurezza in ambito sanitario è una condizione imprescindibile per garantire la qualità dell’assistenza e la tutela della salute pubblica. I professionisti sanitari e socio-sanitari svolgono un ruolo centrale all’interno del sistema di cura e devono poter operare in ambienti sicuri, liberi da minacce, violenze e pressioni. Negli ultimi anni si è registrato un crescente numero di aggressioni, con relativo stress lavoro correlato e rischi clinici, che impongono un ripensamento delle misure di prevenzione e protezione attualmente in vigore.

Le aggressioni al personale sanitario non sono più episodi isolati, ma un fenomeno diffuso che assume sempre più i contorni di una vera emergenza sociale. Accanto a un clima di crescente tensione nelle strutture sanitarie, si evidenziano anche le difficoltà delle forze dell’ordine nel garantire la sicurezza dei cittadini e degli operatori sanitari, segnali di una deriva sociale che necessita di un intervento normativo, ulteriormente strutturato rispetto a quanto già fatto in passato.

È fondamentale assicurare ambienti di lavoro sicuri attraverso protocolli efficaci, che garantiscano l’identificazione e la punizione dei responsabili con il minimo coinvolgimento delle vittime.

Inoltre, tali protocolli devono prevedere strumenti di segnalazione semplici e accessibili, come la compilazione di schede digitali tramite QR code, misura già adottata da alcune Aziende Sanitarie, come l’Ospedale A. Cardarelli di Napoli.

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie (ONSEPS), le aggressioni segnalate e/o denunciate nel 2024 hanno superato quota 14.000, coinvolgendo 6.926 professionisti.

Le aggressioni verbali rappresentano la forma più frequente (quasi 12.000 casi), seguite da episodi fisici e danni alla proprietà.

In circa 9.900 episodi, gli aggressori sono pazienti, familiari o caregiver.

Significative sono le differenze tra categorie professionali: ad esempio farmacisti e veterinari sono spesso coinvolti in aggressioni legate alla mancata disponibilità di farmaci o a dinamiche della libera professione; i fisioterapisti risultano esposti in modo uniforme tra strutture sanitarie e contesti domiciliari, i dirigenti biologi soprattutto in realtà ospedaliere per presunto ritardo nei referti diagnostici.

Il fattore di genere è un elemento critico: l’81% delle vittime sono donne, un dato che si riflette in particolare tra assistenti sociali e medici. Anche l’età rappresenta un indicatore di rischio, con le fasce 30-39 e 40-49 anni maggiormente esposte, in parte per motivi di attività lavorativa e in parte per la maggiore partecipazione a strumenti di rilevazione online.

Il Decreto-Legge n. 137 del 1° ottobre 2024 ha rappresentato un primo passo importante.

Il provvedimento, entrato in vigore il 2 ottobre 2024, ha introdotto:
• l’inasprimento delle pene per atti di violenza e minaccia in strutture sanitarie (fino a 5 anni di reclusione e multe fino a 10.000 euro),
• l’aggravante per danneggiamento commesso da più persone (art. 635 del Codice Penale),
• l’istituzione dell’arresto in flagranza differita di reato basato su prove video/fotografiche (art. 382-bis c.p.p.).

Tuttavia, tali misure risultano ancora parziali e necessitano di un’integrazione normativa più ampia e strutturata.

Alla luce del quadro esposto, si propone l’elaborazione di una legge organica per la tutela dei professionisti sanitari e socio-sanitari, articolata nei seguenti punti:
1. Elevazione a “rango di legge” della Raccomandazione n. 8/2007, oggi priva di efficacia giuridica, al fine di rendere vincolanti le indicazioni in materia di prevenzione delle aggressioni al personale sanitario.
2. Obbligo per le aziende sanitarie e le organizzazioni sindacali di costituirsi parte civile nei processi penali per aggressioni contro il personale, riconoscendo la responsabilità della struttura nella protezione dei propri lavoratori.
3. Introduzione di una figura sanitaria specializzata nella gestione di conflitti e tensioni, soprattutto nei reparti di emergenza, con il compito di facilitare il dialogo tra pazienti, familiari e operatori sanitari, fornendo informazioni di primo livello sul percorso diagnostico/terapeutico del paziente.
4. Adozione uniforme di strumenti digitali di segnalazione delle aggressioni, come piattaforme online o QR code, integrati con i Servizi di Prevenzione e Protezione aziendali.
5. Finanziamenti dedicati alla formazione del personale sulla gestione del rischio, la comunicazione in situazioni critiche e la tutela legale.

La tutela dei professionisti sanitari e socio-sanitari non può più essere affidata a misure isolate o alla buona volontà delle singole strutture. Occorre un intervento legislativo organico, capace di garantire una risposta concreta, sistemica e duratura al fenomeno delle aggressioni in sanità. La proposta di legge qui delineata rappresenta un passo fondamentale per il riconoscimento del valore del lavoro sanitario e per la difesa di un servizio pubblico efficiente, sicuro e rispettoso della dignità di tutti gli attori coinvolti.

Maurizio Cappiello
Anaao Assomed Campania - ONSEPS (Ministero della Salute)

Pino Rosato
Anaao Assomed – Centro Studi Campania

Annamaria Mazzella
Anaao Assomed Campania

Federica Rosati
Infermiera Azienda dei Colli - Napoli

Gaetano Artiola
Consigliere Ordine degli Infermieri di Napoli

Ines Patierno
Responsabile Formazione Associazione “La Nuova Terra e Vita”


BIBLIOGRAFIA
• Dagnaw E, Bayabil A, Yimer T, Nigussie T. Working in labor and delivery unit increases the odds of workplace violence in Amhara region referral hospitals: cross-sectional study. PLoS One. 2021;16(10):e0254962.
• Dyrbye L, West C, Sinsky C, et al. Physicians’ experiences with mistreatment and discrimination by patients, families, and visitors and association with burnout. JAMA Netw Open. 2022;5(5):e2213080.
• Guo Y, Lu H, Wei L. A systematic review on the effects of workplace violence in healthcare settings: Costs, consequences, and interventions. J Healthc Manag. 2022;67(2):112–126. doi:10.1097/JHM-D-21-00009.
• Havaei F, Astivia O, MacPhee M. The impact of workplace violence on medical-surgical nurses’ health outcomes: A moderated mediation model of work environment conditions and burnout using secondary data. Int J Nurs Stud. 2020;109:103666.
• O’Brien CJ, van Zundert AAJ, Barach PR. The growing burden of workplace violence against healthcare workers: trends in prevalence, risk factors, consequences, and prevention – a narrative review. eClinicalMedicine. 2024;72:102641.
• Viottini EA, Bravi AD, Mancini P. The impact of violence on healthcare workers: A retrospective study of Italian hospital staff. J Occup Health. 2017;59(1):62–69. doi:10.1539/joh.16-0176-OA.

SITOGRAFIA
• https://www.salute.gov.it/new/it/pubblicazione/relazione-sulle-attivita- dellosservatorio-nazionale-sulla-sicurezza-degli-esercenti- 1/?tema=Professioni+sanitarie
• https://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_2_1.jsp?id=721
• https://www.agenas.gov.it/aree-tematiche/qualita-e-sicurezza/rischio- clinico-e-sicurezza-del-paziente/monitoraggio-delle-raccomandazioni

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