Pierino Di Silverio, il segretario nazionale dell'Anaao: le necessità sono altre
“Senza assumere nuovi medici e infermieri rischiamo solo di creare delle scatole vuote”
Se la creazione dei super ospedali di riferimento nazionale farà parte di una generale riorganizzazione della Rete ospedaliera ben venga. Ma se l'idea è solo quella di aggiungere nuovi nosocomi a quelli esistenti allora non risponde alle reali necessità». Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell'Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri, sulla riforma a cui sta lavorando il ministro la Salute Orazio Schillaci vuole vederci chiaro.
Come mai questo scetticismo?
«Perché senza assumere medici e infermieri più che super ospedali rischiamo di creare delle scatole vuote. E poi se vogliamo fare una riforma seria mo partire dal basso per arrivare in alto, ossia ai centri di rifermento».
Si spieghi…
«Oggi abbiamo 995 ospedali dei quali il 51,4% pubblici e il 48,6% privati convenzionati. Di questi, 175 sono nosocomi di piccole dimensioni, con meno di 120 posti letto, che si sarebbero dovuti chiudere già trenta anni fa. Il 61% di questi mini ospedali opera senza legami con le grandi strutture e il 65% è collocato in aree sub urbane disagiate. Quindi più che chiuderli andrebbero riconvertiti».
In cosa?
«Considerando che oggi operano in regime di ne carenza di personale andrebbero trasformati in presidi di primo intervento, dove poter fare diagnosi e assistenza ai casi meno complessi. Altri potrebbero essere convertiti negli ospedali di comunità previsti dal Pnrr per dare assistenza a chi può essere dimesso dall'ospedale vero e proprio me non è ancora nelle condizioni di tornare a casa».
E cosa impedisce dal farlo?
«La politica campanilistica, che si oppone anche alla riconversione di strutture che per come sono messe oggi non garantiscono ai cittadini un livello di assistenza adeguato».
L'INTERVISTA SU LA STAMPA