Roma 25 novembre 2004
“Le ipotesi che circolano da giorni sul reperimento dei fondi per consentire la riduzione delle aliquote fiscali, non fanno ben sperare per il futuro del nostro rinnovo contrattuale, anzi ci lasciano fortemente preoccupati”.
Lo ha dichiarato il Segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Serafino Zucchelli alla vigilia della presentazione dell’emendamento fiscale promesso dal Governo.
“Si sono affacciate due ipotesi: la prima più radicale prevede di saltare il rinnovo del II biennio 2004-2005 con un risparmio netto di 5 mld di euro, la più moderata di contenere il rinnovo al 3,7%, rimangiandosi le promesse ufficiose di parti dell’esecutivo di arrivare al 5-5,2%.
Respingendo la forte tentazione di rigettare immediatamente una riforma fiscale che rende inutilmente più ricchi i già ricchi e lascia ridicole briciole ai ceti medio bassi, ci siamo imposti di analizzare freddamente i numeri per vedere se egoisticamente l’applicazione delle nuove aliquote (29-33-39% senza considerare il contributo di solidarietà del 4%) alle retribuzioni della nostra categoria al posto del rinnovo contrattuale avrebbe reso vantaggioso lo scambio contratto-fisco.
Ebbene, i numeri parlano di un risparmio fiscale medio di 53 euro mensili, con 80mila medici dipendenti che si dovrebbero accontentare di 40euro mensili lordi. Crediamo si possa concludere obiettivamente che per noi non è vantaggioso in termini economici scambiare il rinnovo contrattuale del II biennio con i vantaggi derivanti dalla riforma fiscale annunciata.
Alla luce di questo l’Anaao Assomed, insieme ai dirigenti del pubblico impiego aderenti alla CIDA Funzione Pubblica, manifesterà pubblicamente a favore dei rinnovi contrattuali e in particolare per l’incremento delle disponibilità economiche per il II biennio, GIOVEDI’ 9 DICEMBRE 2004 a partire dalle ore 11.00 presso il Teatro Valle di Roma (Via del Teatro Valle, 21).
Se, però, l’emendamento fiscale che sarà presentato entro il 29 novembre conterrà attacchi inammissibili al nostro contratto, accentueremo la nostra protesta fino ad azioni sindacali di sciopero”.