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Gentile Direttore,
il quotidiano delle corsie ospedaliere è spesso accompagnato da frasi insidiose e moleste, un problema che persiste nell'ombra per paura di non essere credute o di subire conseguenze. “Vieni sempre nel mio studio con quei pantaloni perché mi tiri su la giornata… in tutti i sensi…” le disse il professore associato nel suo studio a porte chiuse e “I pantaloni della tutina ti stanno larghi, aspetta che ti aiuto a stringerli…”. Queste sono solo alcune delle espressioni verbali raccapriccianti che le donne del settore sanitario devono affrontare quotidianamente.
Sfatiamo il carattere equivocabile di tali frasi. Smentiamo il fatto che tali comportamenti possano essere riconducibili a caratteri “espansivi e del Sud”. Questa affermazione di recente riportata dai quotidiani in merito alla vicenda di Torino è denigratoria nei confronti del nostro Mezzogiorno.
Due parole definiscono, invece, tali comportamenti: “Molestie Sessuali”. Esse sono l’espressione verbale di “comportamenti indesiderati, posti in essere per ragioni anche connesse al sesso e aventi lo scopo o l'effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo” (d. lgs 198/2006, articolo 26, comma 1).
In Italia, oltre 8 milioni di donne tra i 14 e i 65 anni hanno subito molestie sessuali nella loro vita, con 1 milione e 404 mila donne che hanno dichiarato di aver subito ricatti sessuali o molestie fisiche sul posto di lavoro.
Nel contesto sanitario, nonostante la mancanza di dati specifici, le molestie sessuali sono un problema diffuso e all'ordine del giorno, sia durante il corso di laurea che durante l’attività post-lauream (attività formativa specialistica inclusa). Ancora oggi, si configurano come strumento per ribadire la propria superiorità gerarchica e strumento di ricatto “scientifico” da parte di colleghi, la cui mentalità è frutto di una cultura patriarcale e sessista. E’ tempo di cambiare un mos maiorum volgare e irrispettoso. E’ tempo di rompere il silenzio su questa realtà, considerata “normale”, di tacita sopportazione del sessismo dilagante anche in ambito ospedaliero-universitario. Anaao giovani si pone come alleato nella lotta contro le molestie sessuali nell'ambiente sanitario. L'associazione si rende disponibile ad ascoltare le storie delle colleghe che vogliano trovare la forza di parlare. Anaao Giovani si pone l’obiettivo di fornire supporto e assistenza per aiutare le proprie colleghe a non sentirsi sole e a farsi portavoce di un cambiamento culturale necessario.
Incentivare le donne del settore a parlare apertamente di queste esperienze è fondamentale per far emergere una realtà troppo a lungo ignorata e per instaurare un ambiente di lavoro sano e rispettoso per le generazioni future.
Dott.ssa Eugenia Fragalà
Direttivo Nazionale Anaao Giovani
Dott.ssa Maria Gabriella Raso
Direttivo Nazionale Anaao Giovani
Dott.ssa Maria Cristina Sangiovanni
Direttivo Nazionale Anaao Giovani e Osservatorio Giovani Fnomceo