Dicono di noi
11/03/2022

Per una sanità governata dalle donne. QUOTIDIANO SANITA'

Gentile Direttore,
il 9 marzo scorso si è svolto il Seminario sul tema “Donne in sanità: da intruse a protagoniste”, organizzato dall’Area Formazione Femminile dell’ Anaao Assomed, primo appuntamento in preparazione della IV Conferenza Donne che si svolgerà a Roma il 3 e 4 maggio.

 Un importante momento di riflessione con esperti sul governo della salute da una prospettiva femminile, etica e universalistica e sul ruolo delle donne in questo momento particolare della sanità italiana, tra pandemia e guerra.

 I grandi sconvolgimenti, così come le guerre e tutte le catastrofi ampiamente annunciate, sembra che arrivino sempre a ciel sereno, coprendo con l’orrore delle immagini e dei reportage la impotenza(?) - o incoscienza - del prima. Così come fu nella tragedia della pandemia, in cui la vista delle bare e della sofferenza in diretta sembravano servire a distrarre dall’assenza dei piani pandemici - e di tanto altro - da parte di chi governava la salute e le sue politiche.

 A chi non rinuncia a pensare vengono alla mente le parole che Virginia Wolf nelle Tre ghinee, rivolgeva agli uomini: “dal momento che non siamo in grado di capire né gli impulsi, né le motivazioni, né l’etica che vi spingono a fare la guerra, sempre più remota appare la possibilità di fare delle proposte che vi aiutino a prevenirla”.

La filosofa Anna Rosa Buttarelli afferma, in un recente intervento (L’urgenza di una rete delle donne contro la guerra”, 27a ora ) che “noi donne pensanti e non bellicose, ancora una volta travolte dalla crudeltà insensata dei maschi virili, potremmo provare a inventare qualcosa di imprevisto e di sovrano…un’invenzione degna di noi…qualcosa che arrivi nella mente delle donne nei vari governi, che dia un’idea di rete fra loro e noi, anche se oggi fuori tempo massimo, ma che dia il senso di una inversione di tendenza”, e cita il coraggio delle madri del Kosovo, o delle madri di Plaza de Mayo.

Dal nostro osservatorio di donne che curano, che è, ed è stato nei secoli, trasversale a tutti i fronti di guerra e a tutte le improvvise calamità, nel sottoscrivere interamente questa riflessione sul significato (anche) delle nostre vite professionali in pace e in guerra, vogliamo allinearci al suo auspicio di una inversione di tendenza a partire dal governo della salute.

Le donne considerano così importante la salute, la sua costruzione e preservazione che, oltre alla scelta così diffusa di garantirla nel presente, sono pronte a occuparsi autorevolmente del suo futuro. In assenza di politiche e di visioni strategiche, le donne che curano hanno ben chiaro il loro ruolo che nel corso del XIX secolo le ha viste da intruse a protagoniste assolute. Responsabilmente, pertanto, si preparano a governare “nei loro panni” la sanità che, ai loro occhi, è contemporaneamente luogo di cura e di vita, costruzione di benessere e non voce di spesa, speranza per il paese, per i suoi abitanti e per l’ambiente.

Durante la pandemia la novità è stata costituita dalla grande visibilità delle donne, e dal loro imprescindibile ruolo, per quantità e qualità, nel SSN. In questo clima le donne professioniste, madri e non, sono già state capaci, nonostante la non rara inadeguatezza dei governi, di assicurare alta qualità di

assistenza fin nella più periferica postazione, organizzando e adattando conoscenze e abilità a tutto quanto, pur sconosciuto, si è dovuto fronteggiare.

Per questo una sanità governata dalle donne è il miglior modo di contribuire ad affrontare il momento attuale, e, forse, quello più appropriato di aderire alla ’“invenzione imprevista” che chiede Anna Rosa Buttarelli. Nelle corsie come nella metropolitana di Kiev, in fuga dall’Afghanistan o dalla Siria, come dagli ospedali dell’occidente avanzato in cui oggi soffrire (e morire) non può e non deve essere un destino, le donne che curano, chi la vita la dà e non la toglie, fanno la differenza.

Questa pratica, che è professionale, etica, ma anche politica, vicina com’è alle vite, alle sofferenze e alle speranze di tutti, sia di sostegno alle donne al governo, di tutti i governi, per costruire insieme quella “rete sovrana” tra donne che auspichiamo.

Sandra Morano
Responsabile Area Formazione Femminile
Centro Studi e Formazione Anaao assomed

 

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