LETTERA APERTA DELL'ANAAO PIEMONTE AL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE
Illustre Ministro,
Oggi non ci faccia gli auguri. Non ci interessano: vogliamo che i nostri figli possano andare a scuola in presenza.
Siamo uomini ma soprattutto donne medico: stiamo gestendo la pandemia da Marzo negli ospedali, ora c’è la terza ondata e i nostri figli devono andare a scuola in presenza. Così noi possiamo curarvi.
Tutto il resto, i grazie, le scuse, gli eroi, i “ce la faremo”, i “non ci dimenticheremo“. Gli inviti a Sanremo, le pacche sulle spalle.
Tutto il resto, basta. Vogliamo che i nostri figli vadano a scuola in presenza.
Il 61% dei medici ospedalieri under 50 è donna. Il 78% degli infermieri in servizio è donna. La cura dei figli è per il 61% a carico esclusivo delle donne.
Per favore, non sprechi parole inutili per auspicare la parità di genere. Vogliamo solo che i nostri figli vadano a scuola in presenza.
Vede, forse lei non conosce bene come la vita delle donne medico e delle infermiere sia stata devastata dai Covid.
Giustamente, lei è il Ministro dell’Istruzione, conoscerà quella degli insegnati.
La nostra vita è stata devastata come quella di molti, forse meno della vita di alcuni. Ma chi cura, se non noi? E chi vaccina, se non noi?
La nostra vita è stata così: in una coppia dove entrambi sono sanitari (e sono coppie molto frequenti), a Marzo uno dei due faceva solo turni notturni e festivi. Quando finiva la notte, tornava a casa dai figli, in modo che l’altro potesse andare a lavorare. Così per tutto il lockdown. Per il solo e unico scopo di curare.
Dopo Marzo è arrivata la seconda ondata, di nuovo scuole chiuse. Ora la terza. Noi siamo sempre le stesse: sempre quelle che a Marzo facevano tutte le notti e i week end per gestire i figli, sempre quelle che non avevano le mascherine, che si sono infettate, cui sono state sospese le ferie, i congedi, che sono stati mandate con ordine di servizio a fare lavori per cui non erano formate. Quelle cui prima arrivano le torte e ora arrivano gli insulti se va bene, le denunce se va peggio.
Quelle che ringraziate. Ma solo a parole.
Intanto, noi siamo mosse dal senso del dovere, e continuiamo nonostante tutto.
Ma ora le chiediamo che i nostri figli vadano a scuola in presenza. Come possiamo lavorare con figli minori a casa e nonni non ancora vaccinati? In particolare per le scuole d’infanzia, riaprire per i figli dei lavoratori e delle lavoratrici essenziali è semplice, perché le maestre non tengono lezioni in DAD.
Ministro, perché non ci lascia fare il nostro lavoro?
Perchè non si cura di chi cura?
Cordiali saluti.
Chiara Rivetti
Segretaria Anaao Assomed Piemonte