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Leggi il testo della diffida:
L'Anaao Assomed ha inviato una diffida ai Rettori, Presidi della Facoltà di Medicina, Direttori Scuole Specializzazione e per conoscenza ai Presidenti di Regione richiamando l’attenzione ad una corretta applicazione dell’art. 1, comma 459 della Legge 178/2020.
Come noto, quest’ultima disposizione recita che “al fine di garantire un'efficace attuazione del piano di cui al comma 457 nel territorio nazionale, i medici specializzandi a partire dal primo anno di corso della scuola di specializzazione sono chiamati a concorrere allo svolgimento dell'attività di profilassi vaccinale per la popolazione. La partecipazione dei medici in formazione specialistica all'attività di somministrazione dei vaccini contro il SARS-CoV-2 configura a tutti gli effetti attività formativa professionalizzante nell'ambito del corso di specializzazione frequentato ai sensi dell'articolo 38 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368. I consigli della scuola di specializzazione individuano gli specifici periodi di formazione, da articolare in relazione ai diversi anni di corso nonché ai singoli settori scientifico-disciplinari e, comunque, per un periodo complessivo di un mese, e da svolgere anche presso strutture esterne alla rete formativa della scuola, in conformità con le necessità individuate dall'autorità preposta alla gestione delle attività di profilassi vaccinale contro il SARS-CoV-2. In caso di svolgimento delle attività di cui al presente comma presso strutture esterne alla rete formativa della scuola, allo specializzando che ne faccia documentata richiesta è riconosciuto un rimborso spese forfetario determinato ai sensi del comma 466 e la copertura assicurativa dello stesso è in ogni caso garantita dalla struttura sanitaria presso la quale svolge il predetto periodo di formazione”.
La disposizione in esame inserisce nel percorso formativo degli specializzandi la partecipazione alla campagna vaccinale e, quindi, richiede uno specifico atto regolamentare attuativo da parte dei Consigli delle scuole di specializzazione medica.
È dunque fondamentale che i Consigli regolamentino la partecipazione alla campagna vaccinale da parte dei medici in formazione, in conformità al vigente quadro normativo in materia di formazione specialistica dei medici, evitando la tentazione di forzature, che certamente l’attuale situazione di emergenza sanitaria fa apparire scusabili.
Sul punto, è quasi superfluo richiamare che l’ordinamento comunitario impone che gli Stati membri prevedano un percorso formativo adeguato al settore – vale a dire alla disciplina – in cui il medico sta svolgendo la formazione specialistica.
Ebbene, appare palese che un provvedimento di cooptazione obbligatoria dei medici specializzandi nella campagna vaccinale, la quale esula completamente dall’ordinario percorso formativo previsto dagli ordinamenti universitari, contrasta con le suddette previsioni del diritto comunitario, risultando radicalmente invalido e suscettibile di disapplicazione immediata da parte del Giudice nazionale competente.
Consapevoli del momento di emergenza in cui viviamo, i medici in formazione specialistica non intendono negare il proprio contributo, ma ciò può avvenire solo su base volontaria, al di fuori del percorso formativo e con il riconoscimento dei necessari diritti e tutele.
Qualora ciò non avvenisse, la scrivente Associazione è pronta ad agire in tutte le competenti sedi istituzionali ed anche giudiziarie al fine di tutelare il diritto dei medici specializzandi ad una adeguata formazione, già notevolmente pregiudicata dal ruolo assistenziale che essi stanno svolgendo da un anno a questa parte per far fronte al grave stato emergenziale.