L'uscita del Presidente della Giunta regionale della Toscana Enrico Rossi sulla limitazione della libera professione intramoenia dei Medici e dirigenti sanitari dipendenti del SSR – commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Carlo Palermo - presenta importanti elementi di criticità politica oltre che di illegittimità giuridica.
“Appare problematico, se non impossibile, modificare norme contenute in leggi statali e in contratti collettivi nazionali di lavoro attraverso una legge a valenza regionale. Il Presidente Rossi, peraltro in aperta contraddizione con se stesso, da un lato attacca il regionalismo differenziato di Lombardia e Veneto (dimenticando, chissà perché, l’Emilia Romagna) e dall’altro, attraverso una proposta di legge regionale, ne vorrebbe utilizzare gli strumenti per modificare lo stato giuridico dei medici dipendenti della Toscana”.
Le sue proposte, riportate dalla stampa – prosegue Palermo - appaiono difficilmente adattabili ad un mondo professionale che vive con disagio crescente le proprie condizioni di lavoro, al punto da aspettare con ansia la via di fuga della pensione o, addirittura, anticiparla volontariamente.
“I medici specialisti dipendenti rappresentano oramai una razza in via di estinzione. I rari concorsi vanno deserti e le dotazioni organiche sono così ridotte che è diventato problematico perfino il godimento delle ferie o di un fine settimana, libero da guardie e reperibilità, da trascorrere in pace con la propria famiglia. Le risorse per pagare gli straordinari, necessari per garantire i servizi essenziali ai cittadini, terminano dopo pochi mesi. Né la Legge di Bilancio 2019 prevede i finanziamenti necessari per aprire una stagione di assunzioni che incida strutturalmente sulle vere cause delle liste d’attesa”.
“Non abbiamo bisogno di ulteriori motivi e limitazioni di diritti, per favorire l’esodo dei professionisti verso la pensione o verso l’attività privata. Bisogna, piuttosto, tutti lavorare per arrivare a sottoscrivere, dopo 10 anni, un contratto giusto ed equo che permetta di premiare la carriera e il lavoro disagiato dei professionisti, e chiedere con forza al Parlamento e al Governo uno stanziamento adeguato da destinare alle assunzioni, magari riducendo le detrazioni fiscali oggi concesse a fondi sanitari di fatto sostitutivi della sanità pubblica ed al welfare aziendale.
Se l’obiettivo è quello di incrementare l’offerta di servizi per i cittadini, in attesa di implementare le dotazioni organiche, si indirizzino a questo scopo tutte le risorse che le Regioni incassano dall’attività libero professionale intramoenia svolta dai medici dipendenti del SSN. Si tratta, a livello nazionale, di oltre 300 milioni di € ogni anno, al netto della tassazione Irpef, una cifra ben superiore ai miseri 50 milioni previsti nella nuova Legge di Bilancio. E per favorire l’adesione ai programmi di riduzione delle liste di attesa da parte dei professionisti, si preveda una Flat tax al 15% della remunerazione, come è stato fatto per i docenti delle scuole, anche in considerazione del grande significato sociale che assumerebbe questo progetto”.
I cittadini – conclude Palermo - hanno bisogno di soluzioni concrete e realistiche per risolvere i loro problemi e non di proposte demagogiche ed ideologiche destinate solo a peggiorare lo stato delle cose, fino a favorire l’esodo di elevate competenze verso la sanità privata.