Lazio
01/08/2018

Situazione del Pronto Soccorso San Camillo di Roma: "anche noi non ci stiamo". Comunicato Anaao Aziendale

Il Segretario aziendale Anaao, Sandro Petrolati, indica le responsabilità della Regione e dei Governi nazionali "preoccupati solo degli aspetti economici della sanità e non di quelli umani di pazienti ed operatori".

Gli articoli che stanno comparendo sulla stampa in questi giorni sui Pronto Soccorso romani ed in particolare sul nostro, espongono, non certo per la prima volta, le drammatiche condizioni
che ogni anno, ogni estate si aggravano sempre di più.
Cercare o accusare “anonimi” operatori che avrebbero favorito la divulgazioni di dati e condizioni del nostro PS appare inutile: non ci sono streghe da cacciare, c’è una situazione drammatica per tutto l’ospedale, non solo per il PS. Chiunque esca dal PS, che sia un operatore, un paziente o un parente ha di che lamentarsi per le condizioni igieniche, per il sovraffollamento, per la collocazione in un “bunker” di tutto il complesso del PS, per le attese di giorni di un posto letto.
Nulla si può nascondere, è un servizio pubblico: va detto come stanno realmente le cose, senza vergogna e senza falsi pudori.
Nonostante il netto calo di accessi il PS esplode ogni giorno, sia durante il picco d’influenza, sia durante l’estate. E’ cosi da 10 anni. Dire ancora che l’avevamo detto è drammaticamente scontato.
Non abbiamo uomini, non abbiamo letti. Qualsiasi giornalista basta che si legge i documenti pubblicati dal nostro sindacato da 10 anni, trova solo numeri che vanno peggiorando.
Non addossiamo la colpa a questa amministrazione, alla quale riconosciamo gli sforzi per tentare una strada di miglioramento, non vogliamo però sia addossata a noi l’accusa di “tradire”
l’ospedale.
Le amministrazioni si succedono e passano, ognuna lascia qualcosa di buono e qualcosa di non fatto. Molte sono invece le responsabilità politiche che non possono non vedere coinvolta
la Regione ma anche i Governi nazionali, entrambi preoccupati solo degli aspetti economici della sanità e non di quelli umani di pazienti ed operatori.
Noi invece restiamo.
Noi non ci stiamo.
Non ci stiamo a veder morire uno dei più importanti ospedali italiani.
Allora nessuna accusa reciproca ma, come HA SEMPRE FATTO L’ANAAO, tutti intorno ad un tavolo a cercare soluzioni vere, non slogan (ne da parte sindacale, ne dalla controparte). L’ospedale ha bisogno di cure immediate, non di programmi di cure a medio lungo termine.

Il Segretario aziendale Anaao-Assomed
Sandro Petrolati

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