Un chirurgo plastico è stato condannato per il reato di lesioni colpose gravi in quanto, per imperizia dovuta a carente tecnica chirurgica e all’utilizzo di protesi inadeguate, ha causato alla paziente un danno estetico e funzionale. Il medico non ha dimostrato di aver osservato linee guida o pratiche terapeutiche virtuose, accreditate dalla comunità scientifica, pertanto la cospicua entità delle lesioni cagionate non può rapportarsi ad un grado di colpa talmente contenuto quale è quello previsto dalla Legge Balduzzi.