L’assoluta mancanza di nesso di causalità tra il comportamento del medico e l’evento mortale risolve in radice il problema della correttezza o meno della prestazione sanitaria svolta. Nel caso specifico alla paziente fu consigliato dal medico del pronto soccorso il ricovero che però venne rifiutato con l'avallo della madre che l'accompagnava la quale sottoscrisse la relativa dichiarazione. Ogni ulteriore accertamento diagnostico, così come il trasferimento in autoambulanza presso altra struttura ospedaliera, non potevano essere svolti se non dopo il ricovero non sussistendo i presupposti per un trattamento coattivo.