La Procura in sostanza ha contestato ad un medico l'indebita percezione delle voci retributive sull'assunto che l'attività intramuraria, in carenza di autorizzazione, sarebbe equiparabile all'attività extraprofessionale incompatibile con il rapporto di lavoro esclusivo ed i correlati benefici economici. La Corte dei Conti in parte ha accolto l'eccezione di prescrizione sollevata dal sanitario e in parte ha rigettato la domanda di condanna a suo carico escludendo sia il dolo che la colpa grave per effetto dei comportamenti dell'amministrazione di appartenenza che avevano ingenerato nel medico il convincimento della correttezza del suo operato.