Comunicati stampa
12/02/2002

Stato giuridico: ai medici non piace il testo proposto

12 febbraio 2002 - Comunicato stampa intersindacale

ANAAO ASSOMED - FESMED (Acoi-Anmco-Aogoi-Sumi-Sedi-Femepa-Anmdo)  UMSPED (Aaroi-Aipac-Snr) - CGIL MEDICI - CIVEMP (Sivemp-Simet) - SNABI SDS (Dirigenti Sanitari)

Le scriventi OO.SS. presa visione del documento presentato in sede di Ministero della Salute in data 12 febbraio 2002, puranche condividendo le esigenze di cambiamento, di miglioramento e di incremento degli elementi di flessibilità nel rapporto di lavoro dei medici, dei veterinari e dei dirigenti sanitari, ritengono che il testo stesso non sia condivisibile per gli aspetti di seguito descritti.

In via preliminare le OO.SS. sottoscritte si riconoscono in quanto contenuto nel protocollo d’intesa Governo-Sindacati sottoscritto in data 6 febbraio u.s,. nell’ambito della vertenza del pubblico impiego. Anche per la dirigenza medico/veterinaria e sanitaria la stagione contrattuale 20002/2005 dovrà perciò confermare integralmente i contenuti dell’intesa sulla politica dei redditi del 23 luglio 1993, l’impianto contrattuale, nonché il sistema di relazioni sindacali complessivamente definito con il D.L.gs 165/2001 e con i CCNL.

Gli assetti contrattuali dovranno pertanto essere definiti nel: a) Contratto collettivo nazionale di categoria; b) livelli di contrattazione regionale e aziendale.

Si condivide perciò la riaffermazione, contenuta nell’accordo del 6.02.02, del principio di una chiara ripartizione di ambiti  tra legge e contrattazione collettiva. Resta altresì confermato per il contratto di lavoro la natura di fonte giuridica primaria ovvero la sua capacità di derogare eventuali disposizioni di legge.

Il testo acquisito in data odierna configura per alcuni aspetti un’oggettiva invasione di campi riservati alla contrattazione.

I punti di disaccordo sui quali si configurano specificamente gli elementi di danno irreversibile ai diritti acquisiti dalla categoria sono i seguenti:

  1. perdita di uno stato giuridico unico a livello nazionale, che non può essere delegato in larga parte a scelte regionali
  2. progressiva sostituzione di personale con rapporto a tempo indeterminato con personale a rapporto coordinato e continuativo, libero professionale, completamente sottratto alla contrattualità e determinante una situazione di permanente precariato. In particolare, per quanto riguarda il personale dei dipartimenti di prevenzione, ARPA e IZS, tale rapporto non è applicabile per la natura giuridica delle funzioni svolte. Tali rapporti, oltre a compromettere le garanzie minime contrattuali e sindacali, diminuiranno l’autonomia professionale e la continuità e qualità assistenziale con danno certo per gli utenti. Appaiono invece negoziabili rapporti di lavoro dipendente a tempo determinato da definire e valorizzare in sede contrattuale
  3. perdita del diritto, ora garantito a tutte le categorie mediche/veterinarie e sanitarie, all’esercizio della libera professione
  4. perdita di parte sostanziale degli ulteriori diritti acquisiti all’esercizio della professione in spazi privati, limitandoli ai soli studi, escludendo immotivatamente le branche chirurgiche, di area radiologica, laboratorio, riabilitazione, etc.;  
  5. perdita della certezza del mantenimento dei livelli economici raggiunti e che verranno maturati con i meccanismi contrattuali già previsti
  6. perdita dell’opportunità di affermare il valore formativo delle attività ospedaliere, in alternativa alla formazione accademica per l’accesso alle discipline per le quali non esistano riserve di legge
  7. perdita della garanzia di accesso alla direzione di struttura complessa esclusivamente previa pubblica selezione ai sensi del DPR 484/97
  8. oggettiva forte accentuazione dei già ampi poteri discrezionali dei Direttori Generali ed ulteriore compressione dell’autonomia professionale.

Poiché i punti rappresentati appaiono incontestabili nel merito, si esprime l’auspicio che una riflessione attenta e meditata, ed in particolare il confronto diretto con le Regioni ed il Governo possano condurre ad un superamento delle criticità ed alla ridefinizione del testo legislativo, in senso realmente migliorativo per i livelli di assistenza ai cittadini e valorizzante le prerogative delle categorie mediche/veterinarie e sanitarie.

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