2 agosto 2002
Roma, 2 agosto 2002 - “Continua, in un confuso scontro istituzionale, il penoso cammino del disegno di legge di modifica dello stato giuridico dei dirigenti medici del Servizio sanitario nazionale. Scartata la strada maestra del confronto a tre, Governo, Regioni, Associazioni professionali interessate, che sola poteva creare il necessario consenso, si è preferita la strada della proposta solitaria del Ministero che non riesce a nascondere la profonda ostilità della maggior parte degli interessati.
Intersindacale e intesa medica, per ragioni in parte diverse, hanno bocciato o criticato il progetto. Le Regioni tutte hanno espresso il loro parere negativo. Non si vede chi possa trarre vantaggio da simili proposte, se non le piccole lobbies che circondano il Ministro e che hanno come unico obiettivo quello di sfruttare il più possibile in senso libero professionale le loro posizioni di potere, che devono essere occupate fino alla estrema vecchiezza.
Certamente, invece, tutto questo si risolverà in un danno per la parte sana dei professionisti che vedono in gravissimo pericolo l’indennità di esclusività di rapporto che avevano pattuito come giusto riconoscimento dell’adesione dei loro interessi libero professionali alla vita delle aziende di cui sono dirigenti.
Un danno gravissimo ne trarranno, poi, i cittadini che saranno costretti ancora a rivolgersi ad ospedali ed a strutture presidiate da medici che avranno il loro cuore ed i loro interessi là dove è il loro portafoglio e cioè fuori dall’ospedale”.