Comunicati stampa
20/10/2005

Devoluzione: votare "no" al referendum per fermare la riforma

20 ottobre 2005

20 ottobre 2005 - “I medici italiani confermano la loro profonda preoccupazione e contrarietà nei confronti del ddl sulla devoluzione che oggi ha ricevuto il via libera della Camera in terza lettura. In particolare bocciano il passaggio con in quale si intende modificare la Costituzione attribuendo alle Regioni la potestà legislativa esclusiva in materia di sanità, istruzione e polizia locale”.

Con queste parole il Segretario Nazionale dell’Anaao Assomed, Serafino Zucchelli, commenta l’approvazione del provvedimento, che prima di diventare legge dovrà ricevere il via libera del Senato per poi essere eventualmente confermato dal referendum.

“Negli ultimi anni l’Anaao Assomed si è battuta - dando vita anche al Comitato solidarietà e salute – per evitare che il federalismo introdotto nella precedente legislatura, se non regolamentato e applicato secondo principi di solidarietà ed equità, potesse accrescere, anziché ridurre, le storiche e gravi differenze e discriminazioni nelle garanzie del diritto della salute, già oggi presenti tra le diverse realtà del Paese”.

La nuova modifica costituzionale – paventa Zucchelli - darà luogo alla definitiva distruzione della unitarietà del Ssn, lasciando spazio a 21 sistemi sanitari diversi, senza alcuna garanzia per i cittadini delle diverse regioni di uniformità e uguaglianza nel diritto alla salute.

Nel contrastare i principi di questa riforma ci sentiamo confortati non solo dal sostegno dei nostri colleghi, ma anche dall’esito delle numerose e recenti indagini demoscopiche dalle quali è risultato che i cittadini italiani non vogliono la devoluzione in sanità per non sancire o peggiorare le disuguaglianze ancora oggi esistenti.

Anche per questo si ritiene che non si debba permettere ad una minoranza oltranzista di imporre a tutto il Paese le sue scelte.

L’ultimo strumento che abbiamo – conclude Zucchelli - per impedire l’applicazione di questa riforma è invitare a votare NO al referendum confermativo che, mancando la maggioranza dei due terzi in Parlamento, dovrà essere celebrato: non possiamo permettere che venga distrutto un sistema di tutela della salute che, seppur migliorabile, è stato giudicato tra i migliori del Mondo dalla stessa Oms.

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