Comunicati stampa
20/04/2007

"Dottor truffa": come diffamare la professione medica

20 aprile 2007

“L'articolo pubblicato da L'Espresso oggi in edicola e soprattutto la sua oculata costruzione a partire da una copertina di sapore diffamatorio fino a sbagliate attribuzioni di tabelle ed affermazioni non veritiere, merita alcune considerazioni.

La tendenza all'evasione fiscale in Italia è diffusa in tutte le attività autonome ed evidentemente i medici non ne sono immuni. Eppure in un Paese di diritto dovrebbe esistere ancora una qualche differenza tra “l'accusa” e la colpa e la vicenda di Palermo, citata dalla stessa giornalista autrice del servizio, in cui la metà dei medici “accusati” è stata assolta dalla stessa Agenzia delle Entrate, dovrebbe indurre a cautela nel procedere a licenziamento senza tener conto della presunzione di innocenza che riguarda (o no?) anche i medici.

Per di più  la responsabilità di attivare i previsti strumenti di controllo rimane in capo ad aziende e Regioni, né spetta ai medici “sollecitare” la creazione delle strutture necessarie all'interno degli spazi aziendali.

Nessuno intende escludere l'esistenza di comportamenti opportunistici o giustificare reati fiscali che, laddove dimostrati, appaiono particolarmente odiosi da parte di chi è chiamato a tutelare un bene prezioso come la salute.

Per ciò che riguarda la libera professione e le liste di attesa, vogliamo ribadire che, come evidenziato dalla stessa Commissione del Senato, queste ultime riconoscono cause e dinamiche proprie e non possono essere considerate figlie della libera professione, neppure della versione truffaldina di componenti isolate di una categoria che conta più di 100 mila professionisti. Il corto circuito tra liste di attesa e libera professione intramoenia è operazione sbagliata oltre che di dubbia onestà intellettuale.

Ricordiamo, ancora una volta, che i medici ospedalieri mettono a disposizione delle Aziende oltre 10 milioni di ore di lavoro l'anno, oltre quelle dovute, insieme con specifici meccanismi organizzativi per ridurre i tempi di attesa. L'impressione, però, è che le Aziende vogliano gestire il fenomeno a costo zero, interessate più ad utilizzarlo come clava contro i medici e nelle dispute tra le forze politiche durante le campagne elettorali.

L'Anaao Assomed, citando il Prof. Marino, è  favorevole ad “una libera professione nel rispetto delle regole stabilite a vantaggio dei cittadini” respingendo campagne mediatiche tese ad accusare una intera categoria di violazione degli obblighi deontologici e sociali.

Altri articoli

Segreteria Nazionale sede di Roma
Via San Martino della Battaglia, 31 - 00185 ROMA
Telefono 064245741 - Fax 0648903523
segreteria.nazionale@anaao.it - segreteria.nazionale@anaao.postecert.it