Comunicati stampa
07/05/2007

Dottor truffa: l'Anaao querela L'Espresso

7 maggio 2007

L'Anaao Assomed ha querelato per diffamazione a mezzo stampa il settimanale L'Espresso per la copertina pubblicata nel numero 16 del 26 aprile scorso dal titolo “DOTTOR TRUFFA”.

“Ritengo che si possa, e si debba, indignarsi – è il commento del Segretario Nazionale dell'Associazione, Carlo Lusenti – e reagire di fronte ad una accusa, tanto generica quanto infamante, quale quella gridata dalla copertina dell'Espresso che equivale a dire: i medici sono tutti truffatori.

Io non sono un truffatore, e non lo sono le decine di migliaia di medici ospedalieri che ogni giorno, con dedizione e competenza, svolgono tra mille difficoltà la loro opera a favore dei cittadini italiani.

Non voglio con questo affermare che non ci possano essere in una categoria così vasta ed eterogenea comportamenti scorretti e censurabili, né voglio attribuire una patente di legalità e fedeltà fiscale a ciascun medico ospedaliero. Non è questo il mio compito ed il mio intento.

La responsabilità penale riguarda il definitivo accertamento di fatti fraudolenti compiuti da singoli individui, alla cui difesa nessuno si vuol dedicare, riconoscendo per di più a tali provati comportamenti la grave responsabilità di danneggiare la reputazione di tutti i medici onesti.

Cosa ben diversa è sbattere in prima pagina una mostruosa categoria di professionisti, esporla al generale ludibrio sulla base di pochi dati riportati non senza inesattezze, ingenerare la convinzione che la libera professione sia esercitata in modo illegale e truffaldino, danneggiare in un colpo solo la credibilità di migliaia di professionisti e la fiducia che ripongono in loro milioni di cittadini.

Siamo i primi a rivendicare e pretendere il rispetto delle leggi e dei contratti, che prevedono in modo analitico i diritti ed i doveri (deontologici, amministrativi, penali, civili, fiscali) dei medici ospedalieri, anche riguardo alla libera professione.

Siamo i primi a chiedere che siano fatti tutti i controlli necessari ad individuare i comportamenti scorretti e illegali.

Ma siamo anche i primi ed i più intransigenti difensori del buon nome di decine di migliaia di medici onesti e capaci che non possono sopportare silenziosamente la calunnia e la diffamazione”.          

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