17 maggio 2006
L’Anaao Assomed esprime soddisfazione per la nomina di Livia Turco alla guida del dicastero della Salute e auspica che il nuovo Governo sappia offrire garanzie per la tutela e il potenziamento della sanità pubblica. In particolare si augura che il nuovo Ministro sappia comprendere le difficoltà e le aspirazioni professionali del medico dipendente che ha scelto di legare le sue sorti a quelle del servizio sanitario pubblico.
I compiti a cui sono chiamati il nuovo Esecutivo e il nuovo Ministro della salute sono molti e molto impegnativi. A partire dal contratto di lavoro: l’Anaao Assomed chiede sin da ora, come assoluta priorità, l’approvazione del II biennio economico 2004-2005 del contratto di lavoro, di cui è stata siglata la preintesa il 9 marzo, perché esso, attraverso il miglioramento delle condizioni di lavoro, può consentire all’intera categoria di rispondere con più forza ai nuovi obiettivi che un'opera di rinnovamento del sistema richiede.
L’Anaao Assomed ritiene inoltre che fra le priorità del nuovo Governo debba rientrare una non più rinviabile opera di modernizzazione del sistema che, attraverso la razionalizzazione della rete ospedaliera e della pianificazione delle attività territoriali, sia capace di rispondere ai nuovi bisogni di salute di tutti i cittadini. La sostenibilità economica del sistema sanitario rappresenta nello stesso tempo la garanzia per i diritti dei cittadini e il motore per lo sviluppo economico del Paese.
Infine, pur ritenendo che la strada intrapresa con la modifica del titolo V della Costituzione - con la quale le Regioni, le province ed i comuni diventano enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni - sia una strada dalla quale non si possa e debba tornare indietro, riteniamo che in tema di sanità sia necessario superare gli equivoci legati alla legislazione concorrente, conservando il ruolo legislativo affidato allo Stato, che deve essere il garante effettivo e con pieni poteri della tutela della salute e della equità del sistema. Riteniamo, invece, che affidare la potestà esclusiva dell’assistenza ed organizzazione sanitaria alle Regioni, come attuato dalla riforma costituzionale, possa pregiudicare queste garanzie.