11 maggio 2009 - Comunicato stampa COSMED
Un grave svuotamento delle funzioni e delle prerogative della contrattazione ed un ritorno ad una regolamentazione della pubblica amministrazione totalmente determinata dalla decretazione da parte del potere politico.
Sono questi i principali pericoli che la COSMED (Confederazione dei medici e dirigenti) individua nel decreto legislativo sulla riforma del pubblico impiego approvato dal Consiglio dei Ministri venerdi 8 maggio.
Dalle bozze non ufficiali, in quanto al momento non è stato ancora fornito il testo approvato, risulterebbe una Dirigenza privata di ogni autonomia e indipendenza e di ogni competenza sull’organizzazione del lavoro venendo prefigurata come mera appendice esecutiva delle direttive e delle discrezionalità politiche. Anche gli istituti contrattuali, nonostante la recente approvazione del federalismo, vengono centralizzati e disposti attraverso la legificazione.
Alle critiche di merito la COSMED aggiunge anche quelle relative al metodo: lo schema di decreto non è stato oggetto di alcuna consultazione formale delle Organizzazioni Sindacali. Inoltre non risulta che la Conferenza Stato-Regioni abbia espresso il suo parere vincolante sull’applicabilità di parti significative dello schema di decreto al sistema delle autonomie regionali. Il metodo utilizzato, inusuale e dirigistico, lascia intendere una volontà di procedere senza attribuire alcun valore alla concertazione delle parti sociali e al ruolo istituzionale delle Regioni.
La COSMED chiede pertanto la convocazione immediata delle Confederazioni rappresentative del pubblico impiego per gli indispensabili ed urgenti chiarimenti sull’iter del provvedimento.