comunicato stampa Anaao Assomed del 26 giugno 2012
La scomparsa del decreto sanità dalla agenda politica sarebbe una cattiva notizia, il simbolo di una sanità desaparecida, insieme al diritto alla salute dei cittadini, complice anche la latitanza e la inconsistenza delle Regioni.
Se il Governo ritenesse di non intervenire sul fronte drammatico della responsabilità professionale medica vorrebbe dire che non ha a cuore la sicurezza delle cure, tanto più se evitasse di adeguare la normativa sui riposi agli obblighi imposti dalla UE.
La asimmetria provocata dall’obbligo, voluto dal Parlamento, per i professionisti di stipulare apposita polizza assicurativa per la responsabilità professionale in assenza di obblighi per le assicurazioni in tema di costi e durata delle polizze, richiede un intervento urgente, costituendo un forte incentivo al dilagare della medicina difensiva oltre che un grave ostacolo all’accesso alla professione dei giovani ed all’esercizio professionale di chi giovane non è più.
E lasciare nel caos la attività libero professionale intramoenia significherebbe chiamarsi fuori dal dovere di garantire i diritti dei cittadini alla libera scelta del professionista di fiducia e dei medici e dirigenti sanitari all’esercizio della attività professionale. Anche in assenza delle condizioni previste dalla legge per il pieno esercizio dell’istituto. Anche a costo zero, anzi addirittura rinunciando ad intercettare finanziamenti altrimenti destinati ad ingrossare il fiume della sanità privata.
Invece che assistenza gli ospedali produrrebbero contenziosi, disaffezione e fughe. E chi lascia, porta via pezzi di servizi sanitari che diventeranno disponibili solo sul mercato privato. Con buona pace dei soloni e dei demagoghi impegnati in una caccia alle streghe.
Rifiutando di rassegnarsi al peggio, l’Anaao Assomed rimane in allarme per la difesa della sanità pubblica e del ruolo dei professionisti che operano al suo servizio.