Comunicati stampa
22/06/2012

SPENDING REVIEW: LA COSMED CONTRO L'ATTACCO AL PUBBLICO IMPIEGO

Comunicato stampa Cosmed del 22 giugno 2012

Il nuovo attacco al pubblico impiego che si profila nell’ambito della manovra di spending review ha il sapore del già visto, frutto di una coazione a ripetere che non si arresta nemmeno di fronte alla evidenza di numeri autorevolmente forniti.

L’attacco, frutto di un brunettismo senza il Ministro, che pure aveva dichiarato in tempi non sospetti la spesa del pubblico impiego sotto controllo, si alimenta di dati falsi sul numero dei dipendenti pubblici, sceso del 4% dal 2008 al 2010, ed in progressiva e fisiologica diminuzione, e sul loro costo, avventurandosi in arditi confronti con altri paesi europei, condotti però su dati del 2005.

Eppure senza entrare in deliri numerici basterebbe leggere la recente relazione della Corte dei Conti che in proposito afferma “si rileva nel 2010 una sostanziale stabilità della spesa delle retribuzioni lorde a fronte di significativi incrementi nel Regno Unito, in Francia e Germania. Il rapporto tra spesa per redditi nel 2011 (scesa di 13 miliardi) e PIL (11,1%) appare superiore esclusivamente alla Germania. Il raffronto tra numero di dipendenti pubblici e totale degli occupati, in forte discesa nell’ultimo decennio, evidenzia un peso sul mercato del lavoro pari alla metà della Francia e di gran lunga inferiore al Regno Unito”.

Senza contare la dinamica retributiva azzerata fino al 2014, con perdita del potere di acquisto valutabile per i medici nel 20%, in un contesto caratterizzato da sostenuta dinamica della inflazione e significativo incremento della pressione fiscale.

A chi invoca, poi, parità di condizioni con il lavoro privato bisogna ricordare i 25 provvedimenti legislativi punitivi per il pubblico impiego, ormai considerato un reato al pari della immigrazione clandestina.

Governo e Parlamento ricordino che attaccare di nuovo scuola e sanità significa attaccare la coesione sociale del Paese ed eliminare con le persone pezzi di servizi erogati alla comunità. La crisi economica diventa un alibi per operazioni di impoverimento dei servizi pubblici alle spalle del dettato costituzionale.

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