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09/12/2025

Aziende Ospedaliero Universitarie fai-da-te: in finanziaria il ‘tana libera tutti’ - Quotidiano Sanità  

Responsive image Anaao chiede al Governo di respingere l'emendamento che assolve le situazioni illegittime

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A fondere le aziende ospedaliero universitarie con quelle territoriali ci aveva già provato nel 2015 l’allora Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, con la sua riforma che ipotizzava di ridurre le Asl della Toscana da 12 a 3 all’insegna del “Grande è bello” e soprattutto (tagliando letti e personale) si risparmia. Subito a ruota l’allora Governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che – dimentica di aver aspramente criticato solo pochi mesi prima il suo predecessore di centro destra che aveva ridotto le Asl da 6 a 3 e folgorata anch’essa sulla via dell’ateneo - seguì l’esempio del suo allora compagno di partito. Nel tempo, si è accodata l’Emilia Romagna, ci stanno provando in Calabria e ci hanno riprovato in Toscana; più di recente la Liguria, in cui il Presidente Bucci sta procedendo a spron battuto fondendo tutte le ASL in una sola, fornendo così la dimostrazione cristallina che quando si tratta di tagliare sulla sanità mascherando l’operazione da “razionalizzazione” non c’è destra o sinistra che tenga.

Il primo fu bloccato dalla rivolta dell’opinione pubblica e dalle proteste sindacali (salvo poi fare pubblicamente e strumentalmente un “mea culpa” a babbo morto), la seconda è stata sanata da un emendamento ad hoc della finanziaria 2016, descritto su questa testata con precisione chirurgica (soprattutto nelle sue conseguenze negative) pochi giorni fa dal prof. Ettore Jorio. Tutti gli altri sono in procinto di essere sanati da un nuovo mentore: il Sen. Claudio Lotito.

Nascosta in un suo chilometrico emendamento alla finanziaria (il 63.78: riformulato per ben tre volte!) troviamo un’assoluzione urbi et orbi di tutte queste situazioni illegittime, una sorta di “tana libera tutti” che, aggirando in scioltezza leggi e autorevoli pareri dell’Avvocatura dello Stato, rende del tutto inutile il lavoro della Commissione del Ministero dell’Università insediata nell’agosto scorso col mandato di riformare il Dlgs. 517/99 che regola i rapporti tra SSN e Università.  Da quella commissione – come sindacati – abbiamo avuto l’opportunità di essere auditi solo pochi giorni fa, cosa unica in 25 anni di vigenza della legge, e per questo ringraziamo pubblicamente il Presidente Miscusi. Possiamo quindi testimoniare il clima di rispetto, di sereno e leale confronto, di ascolto e condivisione delle problematiche che uno sciagurato emendamento di sei righe – se fosse approvato - rischierebbe seriamente di compromettere.

In un SSN descritto sempre più “ostile” per i medici e i dirigenti sanitari - come di recente attestato dal rapporto del Censis, in cui si legge che 91,2% dei medici ritiene che lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale sia diventato più difficile e stressante, e il 71,8% dichiara di sentirsi un capro espiatorio delle carenze del sistema - sanare l’insanabile in aperto dispregio delle regole e aprendo un’autostrada alla clinicizzazione selvaggia da parte degli universitari di tutte le strutture ospedaliere d’Italia, avrà l’effetto dirompente di mortificare ulteriormente gli ospedalieri e sarà un ulteriore stimolo per i giovani medici ad abbandonare l’Italia.

Chiediamo quindi al Governo – come ha già fatto con l’altrettanto sciagurata iniziativa della Senatrice Biancofiore sulla responsabilità professionale – di respingere l’emendamento in questione, anche perché ci piace continuare a illuderci che il nostro meraviglioso Paese sia la “Culla del Diritto” e non vorremmo dar ragione al Prof. Virgilio Andrioli – giudice costituzionale, insigne giurista universitario e terrore degli allora studenti della Sapienza – che nel commentare quelle parole, asseriva: “……ed er diritto ce s'è cullato così bene che s'è addormito e nun se sveia più”.

Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed
Gerardo Anastasio, Coordinatore Commissione Ssn-Università Anaao Assomed

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