Comunicati stampa
01/05/2025

1 maggio. Un lavoro che logora non è un buon lavoro

Responsive image Per la rubrica Le vostre storie condividiamo la testimonianza di un medico ospedaliero del Ssn in occasione della festa dei lavoratori

"1 maggio festa dei lavoratori. Da un lato, c'è quella punta di sollievo nel sapere che, forse, il flusso di pazienti sarà leggermente meno intenso del solito. Magari qualche ambulatorio rimarrà chiuso, e le emergenze, speriamo, si prendano una pausa. In fondo, anche noi operatori sanitari sentiamo il bisogno di un po' di tregua, di ricaricare le pile dopo turni spesso massacranti e la pressione costante.

Però, dall'altro lato, la Festa del Lavoro mi fa riflettere profondamente sul significato del "lavoro" per la salute delle persone. Vedo ogni giorno come le condizioni lavorative, lo stress, i ritmi frenetici, la precarietà, possano minare il benessere fisico e mentale. Malattie professionali, disturbi, burnout, ansia e depressione sono spesso il prezzo di un sistema che a volte sembra dimenticare la dignità e la salute di chi lavora.

Quindi, mentre magari qualcuno si gode una gita fuori porta, io penso a quanto lavoro ci sia ancora da fare per garantire a tutti un ambiente di lavoro sicuro, salubre e che non comprometta la qualità della vita. Penso all'importanza della prevenzione, della tutela della salute sui luoghi di lavoro, del sostegno a chi si ammala a causa del proprio impiego.

In fondo, la vera celebrazione del lavoro dovrebbe essere quella di un lavoro che non uccide, che non logora, ma che anzi contribuisce al benessere e alla realizzazione di ogni individuo.

Ecco, forse è questo il mio augurio più grande per questa Festa del Lavoro: che sia un'occasione per impegnarsi ancora di più per un futuro in cui il lavoro sia davvero un diritto e un motore di salute, non un fattore di rischio".

Un medico ospedaliero del Ssn


La testimonianza del nostro collega – dichiara Pierino Di Silverio Segretario Nazionale Anaao Assomed – conferma le difficoltà con cui facciamo i conti ogni giorno sul posto di lavoro. I medici e i dirigenti sanitari hanno poco da festeggiare il 1 maggio con un burnout sempre in agguato, la carenza di personale, le storture organizzative, gli stipendi al palo, le aggressioni crescenti, la richiesta di depenalizzare l’atto medico caduta per ora nel vuoto. Ma molto da rivendicare. Primi tra tutti i diritti fondamentali: contratto, sicurezza, retribuzioni adeguate e condizioni di lavoro che frenino la fuga dalla sanità pubblica che diventa sempre più pericolosa soprattutto per i cittadini”.

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