6 febbraio 2009
Le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro della Camera hanno confermato lo scippo delle retribuzioni dei medici bocciando le proposte di modifica al Ddl Brunetta chieste dall’Anaao Assomed insieme a tutte le organizzazioni sindacali di categoria e ignorando il parere vincolante della Commissione Affari Sociali.
Sono stati così ignorati – sostiene Carlo Lusenti, Segretario Nazionale Anaao Assomed – gli allarmi sulle ricadute negative di alcune parti del ddl sul funzionamento del SSN e sulla Dirigenza medica in particolare.
Nel testo che andrà all’esame dell’Aula la prossima settimana viene ribadita la previsione di destinare, “nel medio periodo”, il 30% del trattamento economico dei dirigenti pubblici al salario di risultato. Questo significa una riduzione secca delle retribuzioni dei medici dipendenti a carico delle voci a carattere fisso e continuativo, sulle quali viene sostanzialmente calcolato il trattamento previdenziale e quello di fine rapporto.
Inoltre, è stata mantenuta la possibilità di essere licenziati al raggiungimento dei 40 anni di contribuzione esclusivamente in base a criteri di discrezionalità del Direttore Generale, salvando da questa disposizione solo i Direttori di Struttura Complessa e respinta la nostra richiesta di estendere l’esonero all’intera dirigenza delle aree medica e sanitaria. La stragrande maggioranza del personale medico e sanitario rimane, pertanto, esposta ad una discrezionale e coatta messa in quiescenza, anche con soli 58-59 anni di età anagrafica, con l’unico contentino di una validità del provvedimento fissata al 2011.
L’ANAAO ASSOMED denuncia all’opinione pubblica gli evidenti profili di illegittimità costituzionale e soprattutto la cieca discriminazione nei confronti di oltre 100.000 medici dipendenti le cui condizioni economiche e di lavoro sono oggetto di un pesante attacco malgrado il loro impegno a difesa di un bene costituzionalmente tutelato quale la salute dei cittadini.