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29/08/2022

Affrontare le criticità della Dirigenza Sanitaria: dalla formazione alla carenza di personale

La permanente condizione di crisi del nostro Paese si riscontra anche nella sanità pubblica che attraversa una fase di grandi difficoltà cui andrebbero ricercate con urgenza risposte adeguate.
Vanno affrontate diverse questioni che riguardano anche tutte le categorie sanitarie non mediche, sia sotto il profilo occupazionale, che contrattuale e legislativo.
All’interno del complesso quadro che caratterizza l’intero scenario richiedono particolare attenzione anche le criticità che riguardano le categorie della dirigenza sanitaria da tempo sul tappeto. Punto dolente tra gli altri è quello dell’avvio di una fase di recupero delle gravi carenze degli organici attuali rispetto ai bisogni reali, e ciò dopo anni di mancato reclutamento, a fronte dell’uscita costante dal lavoro per i pensionamenti in misura proporzionalmente superiore alle altre categorie del Ssn.

La carenza attuale dovuta al sostanziale blocco di nuove assunzioni, a compensazione delle carenze che si rilevano negli organici della dirigenza sanitaria è tale da richiedere risposte urgenti e puntuali ed in tale direzione vanno orientate anche le iniziative del sindacato.
Punto cruciale è altresì il riconoscimento definitivo delle funzioni essenziali che tali categorie svolgono nel sistema sanitario e azioni coerenti da parte delle aziende sanitarie nel garantirne il pieno esercizio. Settori essenziali come la diagnostica di laboratorio nelle diverse discipline, la farmaceutica ospedaliera e territoriale, l’assistenza psicologica, la fisica medica, la tutela ambientale, le attività di zooprofilassi dipendono infatti dal ripristino degli organici ridotti da un lungo periodo di ridotte assunzioni.
Una delle questioni che aggrava la carenza occupazionale discende dalla formazione specialistica che sconta anni di sottostima dei fabbisogni formativi e quindi ridotti accessi alle scuole rispetto alla necessità reale.
Si rende perciò necessario pervenire a una vera e propria riforma del settore obbligando le Università a istituire le scuole dove carenti e a garantire un numero di posti messi a bando pari ai fabbisogni che il Ministero della Salute stima annualmente.

Bisogna passare però dalla stima dei fabbisogni dei corsi di laurea a quelli delle scuole di specialità aperte alle categorie della dirigenza sanitaria. Altrettanto necessario è affrontare la questione del trattamento economico delle scuole di specializzazione che ancora oggi esclude le categorie sanitarie.

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