Organigramma 2018-2022
18/11/2021

Assemblea Segretari Aziendali Anaao: ripartire da coloro che rappresentano il territorio e i bisogni reali. La relazione introduttiva

Relazione introduttiva di Giorgio Cavallero, Vice Segretario Nazionale, ai lavori dell'Assemblea dei Segretari Aziendali Anaao Assomed

A giudicare da quanto accade sembra che la pandemia abbia insegnato poco o nulla in termini di organizzazione, risorse e ruoli sanitari.

La centralità della sanità pubblica, decisiva nel contrasto alla pandemia viene sbandierata a parole e troppo spesso contraddetta dai fatti.

Eppure i fatti hanno evidenziato con chiarezza che il contrasto all’emergenza è ricaduto quasi per intero sul servizio pubblico decisivo nel contenimento del fenomeno e unico punto di riferimento certo per i cittadini. Solo il lavoro di medici e sanitari, spesso in condizioni, proibitive ha consentito di limitare i danni.

Così come con altrettanta evidenza è emersa la grave carenza degli organici, la mancanza di posti letto e di strutture adeguate, l’inconsistenza della prevenzione, l’inadeguatezza dei dispositivi di protezione, l’insufficiente organizzazione del territorio, lo scarso contributo di un mondo finanziato dall’SSN, ma non sempre pronto a fare la propria parte in termini di risposta ai bisogni reali.

Infine la pandemia ha evidenziato clamorosamente i pericoli e le carenze di un Sistema Sanitario frantumato con una catena di comando disgregata e a tratti auto referenziata.

Una serie infinita di attori, non tutti qualificati, ha poi contributo al disorientamento di pazienti e cittadini.

È una sanità più spartita che governata.

È “lo spezzatino sanitario” una sanità divisa tra 21 sistemi regionali e 250 Aziende “tra pubblico, privato accreditato, con aeree franche ed enclave (Università, ARPA, IRCCS). Senza dimenticare il socio-sanitario con le RSA (luoghi di tragici eventi).

Una spartizione infinita tra Regioni, Aziende pubbliche private e accreditate.

Un contenzioso infinito con legislazioni concorrenti (metà del lavoro della Corte Costituzionale dedicato ai conflitti tra Stato e Regioni).

La moltiplicazione dei centri di costo e di potere ha moltiplicato gli attori: autorità e autority ma anche clientele e fenomeni corrottivi.

L’assalto al fondo sanitario, primaria risorsa del paese e importante fonte di occupazione è forsennato e coinvolge un numero di soggetti talmente grande da rendere impossibile un reale controllo.

È la commistione pubblico-privato spesso definita impropriamente “collaborazione”.

Questo sistema peraltro è, come annunciato dalle stesse Regioni, in default.

Nulla di buono per i rinnovi contrattuali.

Non a caso manca qualunque interlocuzione con i datori di lavoro.

Il contratto è scaduto il 3 dicembre 2018.

Nessun incontro, da più di due anni, tra la Conferenza delle Regioni (Comitato di settore) e le Organizzazioni Sindacali della Dirigenza Sanitaria.

Nessun atto di indirizzo per il momento per il rinnovo del contratto della Dirigenza Sanitaria.

Gli incrementi contrattuali del 4,16% circa per il 2021 assorbirebbero solo per la dirigenza e il comparto (stante la massa salariale di circa 32 miliardi) circa 1,3 miliardi per il 2021 e 2022 e circa un miliardo di arretrati 2019-2020 che avrebbero dovuto essere accantonati, ma il dubbio visto il precedente è legittimo.

Inoltre vanno considerati gli oneri per la Medicina convenzionate.

Il finanziamento pertanto del SSN pur incrementato appare largamente insufficiente anche per la sola copertura dei rinnovi contrattuali.

Siamo ripiombati nelle pastoie del passato con inaccettabile incertezza sulle risorse disponibili.

Nel frattempo ingenti risorse vengono orientate sul territorio, è in atto una corsa esasperata per edificare case della salute e ospedali di comunità in gran numero e in ogni luogo.

Silenzio assordante sullo stato degli ospedali vecchi e rotti, per loro niente MES e PNRR solo pochi finanziamenti.

Tuttavia, la sanità non è fatta solo di muri, è fatta di professionisti qualificati insostituibili, punti di riferimento per i cittadini e garanzia dei diritti fondamentali.

Si fa un gran parlare di numeri, di muri, di soldi, di tecnologie, ma vorremmo parlare di uomini di donne, di bisogni e di diritti.

Di veramente pubblico oramai sono rimasti solo i 140 mila dirigenti sanitari, e i circa 500 mila dipendenti del comparto.

Infatti anche le Aziende sanitarie cosiddette pubbliche spendono le loro risorse in attrezzatture, farmaci, e esternalizzazioni che fanno riferimento e forniscono risorse alle imprese private.

Il territorio destinatario delle principali attenzioni e finanziamenti non puo’ prescindere da una adeguata presenza medica, sanitaria e specialistica. Inoltre, senza un collegamento strutturale e stabile tra ospedale e territorio ogni tentativo del rilancio del territorio stesso sarà vano e inadeguato.

E occorre superare l’ossimoro sociopolitici: azienda-sanità.

Inoltre, è in atto un processo di pericolosa devoluzione, un disegno progressivo di sostituzione di dirigenti con i quadri a livello industriale, la vice-dirigenza del pubblico impiego e in sanità la traslazione di competenze mediche e sanitarie verso altre professioni, certamente da valorizzare, ma che non possono e non devono sostituirsi alle competenze specialistiche dei dirigenti medici e sanitari.

Facciamo parte quindi di un unico disegno di surrogazione delle competenze inquietante per la qualità e la tenuta del sistema.

Per non dire dell’uso delle tecnologie per sostituire la presenza medica e sanitaria si veda la strumentale utilizzo che si vuol fare del telelavoro per esternalizzare servizi alla persona che richiedono l’insostituibile presenza del sanitario.

Al sindacato che ai sensi dell’articolo 39 della Costituzione non è affidato solo il compito di portatore di interessi, ma al quale va riconosciuta una personalità giuridica spetta un ruolo preciso.

Un compito di governo che viene negato anche in ambito clinico. Tra gli argomenti che coinvolgono le Segreterie Aziendali c’è il problema delle liste d’attesa e del PS. Il riconoscimento dell’indennità di Pronto Soccorso appare soltanto un positivo riconoscimento del problema, ma è ben lungi dal risolverlo.

Esso differisce al Contratto la definizione e la ripartizione dell’indennità. È un provvedimento differito, incompleto che a fronte di un modesto riconoscimento economico non affronta le vere cause del disagio: la carenza degli organici e l’orario e le condizioni di lavoro.

I finanziamenti per l’abbattimento delle liste di attesa dovrebbero rifinanziare il servizio pubblico con limitata destinazione al sistema privato. Non può mancare l’attenzione verso la destinazione di queste risorse peraltro insufficienti. Occorre ricordare infine che il COVID ha determinato un incremento della mortalità per le altre patologie e l’allungamento di liste d’attesa mette a grave rischio la tenuta e la credibilità dell’intero sistema.

Tutto questo si ribalta sui Segretari Aziendali non garantiti da regole chiare.
Sono i più soli, quelli che rischiano di più sul piano personale, i più esposti a ricatti e condizionamenti.
Sono coloro che devono applicare norme e contratti, protocolli di sicurezza in condizioni difficili.
Sono coloro che devono rappresentare i propri iscritti, concordando però con altre numerose sigle rappresentative.
Sono coloro che, unici nel pubblico impiego hanno una controparte vera, interessata più ai bilanci che ai servizi e alla loro qualità.

Pur tuttavia i Segretari Aziendali sono il vero riferimento per i Colleghi.

Occorre ripartire da loro che rappresentano il territorio e i bisogni reali.

Occorre ascoltarli, sostenerli, anche nella prossima tornata congressuale dando ampio spazio ai congressi aziendali. Per questo è stata organizzata questa Assemblea, per non perdere il contatto con la base associativa in un momento storico che non può prescindere dalla informazione, dalla consapevolezza, e dalla eventuale mobilitazione dei quadri periferici dell’Associazione.

Grazie per la Vostra presenza e buon lavoro a tutti.

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