La Corte d’appello di Firenze, a seguito di impugnazione proposta dall'imputato contro la sentenza emessa dal Tribunale di Prato, in parziale riforma di quest'ultima ha dichiarato non doversi procedere per essere il reato di esercizio abusivo della professione estinto per prescrizione, rideterminando il risarcimento del danno in favore della parta civile curata dal falso medico nella misura di euro mille.
Il giudice d’appello, riconoscendo la sussistenza del danno morale in capo alla parte civile, l'ha correlato alla frustrazione della paziente di essersi affidata per anni alle cure di persona che, abusando della professione, ha abusato anche della sua fiducia e posto comunque a rischio la sua salute, ma anche l'evidente timore di aver ricevuto cure complessivamente inadeguate, insufficienti o eccedenti le necessità, dalle quali avrebbero potuto anche prendere origine in futuro ulteriori conseguenze negative.