La rassegna delle sentenze in sanità settimana

Questa settimana: tutele per le persone con disabilità; danno biologico; responsabilità; PMA; indennità De Maria; consenso informato; danno biologico; stress lavoro-correlato

23 Ottobre 2025

Consiglio di Stato - Sez. III - sentenza n. 7027/2025 Più tutela per le persone con disabilità e le loro famiglie, meno oneri e burocrazia. La sentenza del Consiglio di Stato n. 7027 del 2025 segna una svolta fondamentale nella tutela dei diritti delle persone con disabilità, non tanto per aver ribadito l'obbligo di utilizzare l'ISEE (principio ormai consolidato), quanto per aver chiarito definitivamente un aspetto procedurale di enorme importanza pratica: quando un regolamento viene annullato dal giudice amministrativo, tutti gli atti che si basano su quel regolamento cadono automaticamente, senza bisogno di impugnarli uno per uno.

Tribunale Milano - Sez. X - sentenza n. 4915/2025 Danno biologico, la Cassazione chiamata a decidere tra Tabella Unica Nazionale e Tabelle di Milano
La Suprema Corte dovrà chiarire quale parametro applicare per la liquidazione del danno alla salute nei sinistri anteriori al 5 marzo 2025: la nuova Tabella Unica Nazionale o le Tabelle di Milano 2024

Cassazione Civile - Sez. III - ordinanza n. 26826/2025 Risarcimento per la morte del neonato
In tema di responsabilità sanitaria, la perdita del feto imputabile a omissioni e ritardi dei medici è morfologicamente assimilabile al danno da perdita del rapporto parentale; tale danno rileva tanto nella sua dimensione di sofferenza interiore patita sul piano morale soggettivo, quanto nell'attitudine a riflettersi sugli aspetti dinamico-relazionali della vita quotidiana dei genitori e degli altri eventuali soggetti aventi diritto al risarcimento.

Corte Costituzionale - sentenza n. 155/2025 Procreazione medicalmente assistita (PMA) - Accesso alle tecniche
Divieto per le coppie composte da persone dello stesso sesso - Sanzioni - Applicazione del divieto e delle sanzioni anche nel caso di ricorso alle tecniche da parte di una coppia formata da componenti dello stesso sesso allo scopo di consentire la fecondazione omologa tra il gamete maschile di uno di loro (crioconservato anteriormente alla rettificazione di attribuzione di sesso, quando la coppia era formata da componenti di sesso diverso) e il gamete femminile dell’altro componente della coppia - Preclusione del diritto alla genitorialità e all’identità di genere – violazione del principio di eguaglianza sotto il profilo della discriminazione di una coppia omosessuale, che abbia fatto ricorso alla fecondazione omologa, rispetto alla paragonabile situazione di coppia eterosessuale, e sotto il profilo della discriminazione della scelta di uno dei componenti della coppia di procedere alla rettificazione di attribuzione di sesso riconoscendo valore determinante al momento di tale scelta rispetto a quello di ricorrere alla procreazione medical-mente assistita - Lesione della protezione dell’infanzia e del diritto dei figli alla bigenitorialità - Violazione dei vincoli derivanti dagli obblighi internazionali, con particolare riguardo al divieto di discriminazione e al diritto al rispetto della vita privata e familiare, nonché al diritto del minore alla stabilità dei legami e delle relazioni.

Cassazione Sez. lavoro - sentenza n. 25698/2025 Indennità "De Maria": va corrisposta solo a parità di mansioni, funzioni e anzianità
L’indennità c.d. De Maria ex art. 31 del d.P.R. n. 761 del 1979 è volta all’equiparazione del personale universitario a quello del servizio sanitario nazionale e non va corrisposta in via automatica, ma solo a parità di mansioni, funzioni ed anzianità. Ne consegue che, nel computo della stessa, non vanno calcolate le retribuzioni di risultato, di esclusività e di posizione, nella componente sia fissa sia variabile, spettanti per gli incarichi dirigenziali, salvo che per il periodo di effettivo conferimento degli stessi.

Cassazione Civile - Sez. III - ordinanza n. 25824/2025 Consenso informato: deve garantire la libertà decisionale del paziente
Il consenso informato costituisce un elemento imprescindibile del rapporto tra medico e paziente, fondato sul diritto all'autodeterminazione e sulla necessità che il paziente riceva un'informazione completa, chiara e comprensibile riguardo alla natura dell'intervento, ai rischi, ai benefici e alle possibili alternative terapeutiche.

Corte Appello Roma - sez. lavoro - sentenza 2641/2025 La prova da fornire per ottenere il risarcimento del danno biologico differenziale
Al fine di ottenere il risarcimento del danno biologico differenziale ex art. 2087 c.c., deve essere dimostrata la specifica colpa del datore di lavoro nella violazione di norme antinfortunistiche o nella mancata adozione delle misure necessarie a tutelare la salute dei lavoratori. Il riconoscimento della malattia professionale non implica automaticamente la responsabilità del datore di lavoro.

Cassazione Sez. lavoro - ordinanza n. 26923/2025 Stress lavoro-correlato e responsabilità del datore di lavoro
La Corte di Cassazione ha riconosciuto un principio destinato a ridefinire la responsabilità datoriale in materia di salute e sicurezza: quando un lavoratore subisce un danno grave o fatale per stress lavoro-correlato, è il datore di lavoro - e non il dipendente o i suoi eredi - a dover dimostrare di aver adottato tutte le misure necessarie per prevenirlo.
Si consolida così l'orientamento volto a considerare la tutela della salute non più solo come obbligazione contrattuale, ma come dovere costituzionale di garanzia. Il lavoro è riconosciuto come spazio di dignità e realizzazione umana, e ogni forma di stress distruttivo diviene lesione di un diritto fondamentale.