DL Salva Infrazioni: modifiche alla disciplina dei contratti a termine
24 Settembre 2024
Decreto Legge del 16/09/2024, n. 131 (G.U. del 16/09/2024, n. 217)
Commento a cura di Robert Tenuta, Direttivo Nazionale Dirigenza Sanitaria Anaao Assomed
In seguito al non corretto recepimento della direttiva 1999/70/CE del Consiglio europeo (che tutela i lavoratori precari obbligando gli Stati membri a prevenire l’abuso di rapporti di lavoro a tempo determinato) l’Italia è stata “richiamata” dalla UE.
A parere della UE la legislazione italiana, infatti, non è stata finora abbastanza incisiva in questo senso in riferimento a varie categorie di lavoratori del settore pubblico, tra le quali quella degli operatori sanitari.
Conseguentemente il Governo ha approvato il decreto legge n. 131 del 16.9.2024 (denominato “salva-infrazioni”) che modifica il Testo Unico del Pubblico impiego, in particolare l’art. 36, comma 5, del d.lgs. 165/2001, introducendo una tutela specifica per i precari da troppo tempo della Pubblica amministrazione.
Nello specifico è prevista un’indennità per il lavoratore della Pubblica amministrazione che subisce un danno a causa dell’abuso di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato, restando in condizioni di precarietà per lungo tempo, così come recita l’art. 12: “Nella specifica ipotesi di danno conseguente all’abuso nell’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato, fatta salva la facoltà per il lavoratore di provare il maggior danno, il giudice stabilisce un’indennità nella misura compresa tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto, avuto riguardo alla gravità della violazione anche in rapporto al numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto”.
L’indennità è dunque compresa tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione.
Spetta al giudice stabilire l’indennità a favore del lavoratore che ha subito un danno conseguente all’abuso dell’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato.
La quantificazione tiene conto di fattori rilevanti come il numero dei contratti e la durata complessiva del rapporto di lavoro, ma anche mansioni svolte e retribuzione percepita.
La violazione non comporta invece l’automatica trasformazione dei rapporti di lavoro precari in contratti a tempo indeterminato.