IL VENETO RICHIAMA I MEDICI IN PENSIONE: SOLUZIONE TAMPONE INUTILE.
27 Marzo 2019
Anche il Veneto come il Molise ha trovato la soluzione per fronteggiare la carenza di medici: richiamare i medici in pensione cui conferire incarichi di lavoro autonomo.
Attualmente, senza considerare le prossime uscite per pensionamento e gli effetti della Quota 100, in Veneto mancano all'appello 1295 medici nel sistema sanitario pubblico. E l’Anaao da anni mette in guardia il Governo e le Istituzioni su tutte sugli effetti disastrosi, in proiezione futura, del blocco del turnover e della mancata programmazione sanitaria nazionale. Abbiamo ampiamente affrontato attraverso studi descrittivi di settore il problema della programmazione dei fabbisogni dei medici operanti nel Ssn, dettagliando la relazione fra pensionamenti, accessi al corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e la formazione post laurea, mettendo in luce i fenomeni dell'imbuto formativo (gap fra accesso al corso di Laurea in Medicina e Chirurgia ed insufficiente numero di contratti di specializzazione) e dell'imbuto lavorativo (difficoltà di soddisfare un'alta domanda occupazionale post specialistica per il blocco del turnover). Nel corso dei vari studi proposti abbiamo fatto le stime 2024-2025 del numero di laureati attesi e dell'imbuto formativo.
La tempesta perfetta su scala nazionale per il Ssn si è scatenata. Mancano medici specialisti negli Ospedali, i turni per i colleghi sono massacranti, le coperture assicurative sono onerose, le aggressioni al personale sanitario sono all'ordine del giorno, gli stipendi sono fermi da 10 anni e non in linea con quelli dei colleghi di tanti altri Paesi dell'UE.
Quali sono le misure e le proposte di Governo e Regioni?
Proporre contratti a tempo determinato, come ha fatto la Regione Veneto, a medici pensionati anziani, ovvero far rientrare dalla porta di servizio colleghi oramai demotivati, stanchi, che cercano invece giustamente di potersi godere la tanto agognata pensione; medici che sono usciti da poco o tanto tempo da un sistema ormai logoro, che non si è rinnovato, alla deriva. Ci chiediamo perché un medico ottantenne in pensione dovrebbe rientrare in un sistema dove si sta verificando una fuga continua, uno stillicidio di medici giovani che preferiscono licenziarsi dal sistema sanitario pubblico per andare lavorare nel privato che garantisce, per certi versi paradossalmente, migliori condizioni di lavoro, oppure, ancora peggio per le casse dello Stato che li ha formati, vanno a lavorare all'estero.
Siamo convinti che questa soluzione si rivelerà inconsistente nelle sue intenzioni. Ricordiamo che il Veneto e la stessa Regione che ha aperto in un recente passato a contratti di collaborazione con Cooperative private che fornivano alle Aulss venete "medici in affitto" per coprire i buchi di organico. Tale strumento, peraltro incostituzionale, è stato fermamente contrastato dall'Anaao ed apriva scenari di sanità ibrida all'interno di un nosocomio.
Siamo perfettamente consapevoli, e lo diciamo da anni, che il Sistema Sanitario Nazionale è in crisi; necessita di strumenti adeguati per far ripartire lo stesso e garantire standard adeguati di cura a tutti, mantenendo i principi dell'Universalità delle cure stesse. Allo stesso tempo siamo convinti che le proposte di Governo e Regioni siano troppo leggere, deboli.
L'Anaao non è critica a priori sulle proposte ed anzi ha nel suo Dna una forte impronta propositiva. Con l'ultima Legge di bilancio è stata approvata la nostra proposta di far partecipare ai concorsi pubblici anche gli specializzandi dell'ultimo anno; ebbene questo impulso non è stato recepito da tutte le Regioni, compresa quella Veneta.
Non sarà certo richiamando medici in pensione o arruolando medici in affitto che placheremo la tempesta. Oltre alla misura suddetta da noi proposta, che ha comunque i caratteri della temporaneità, è necessario far fronte alla carenza di medici ed allo stesso tempo rendere economicamente sostenibile un aumento dei contratti di formazione specialistica ormai indispensabile. Le Regioni devono fare la loro parte in maniera sostanziale, concreta: abbiamo stimato che se ogni Regione stanziasse 9 milioni di euro all'anno, si garantirebbero circa 1800 contratti di formazione necessari al fabbisogno regionale. Tale azione, insieme ad altre concorrerebbe ad equilibrare e rendere sostenibile il nostro Ssn.
Fin quando non si decide di investire economicamente in maniera solida e concreta, continueremo a far fronte ad una tempesta con un ombrello.