Stipendi medici, meno soldi in busta paga e in assegni pensionistici. DOCTOR33 

13 Luglio 2021

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Non tutti i medici dipendenti - forse nemmeno alcuni che già sono andati in pensione - sanno che i contratti collettivi firmati dopo il loro pensionamento producono effetti retroattivi non solo sulla loro retribuzione, con conseguenti arretrati, ma anche sull'entità della pensione e della liquidazione, in quanto la firma è avvenuta in ritardo. E siccome il contratto in genere porta aumenti ed arretrati il lavoratore ha diritto al ricalcolo della pensione e della liquidazione. Le Amministrazioni in tal caso devono inviare all'Inps i nuovi valori stipendiali e quindi Inps provvederà al ricalcolo: una procedura lunga, con oneri molto limitati, ma che può portare nell'assegno pensionistico qualche soldo in più.

Il tema sale alla ribalta dopo l'allarme lanciato dai legali di Consulcesi, che in un webinar sottolineano il boom post-pandemia di errori in busta paga da parte delle pubbliche amministrazioni, errori capaci di incidere anche sul calcolo delle pensioni. «Le segnalazioni e le richieste di verifica sono aumentate di circa il 20% dall'inizio della pandemia - afferma Francesco Russo, professionista di Con.Ser.Imp, studio associato a Consulcesi & Partners - e i principali errori sono nell'accreditamento delle settimane lavorate». Ma il sanitario può «semplicemente aver diritto a maggiorazioni per invalidità o per servizio, o alla neutralizzazione di determinati periodi sfavorevoli». A tutto questo si aggiungono «pratiche di ricongiunzione, cumulo e totalizzazione per cui non è semplice optare nella scelta migliore tra i metodi di calcolo della pensione "retributivo, contributivo e misto". Il Covid ha peggiorato una situazione preesistente». Prima di agire codice civile alla mano, bisogna investigare i motivi che hanno portato l'ente a non inquadrare bene il caso del dipendente. In realtà, se l'algoritmo Inps è praticamente "infallibile", le voci in busta paga del medico ospedaliero sono una giungla fra trattamento fondamentale (stipendio tabellare, retribuzione individuale di anzianità, indennità di specificità medica, retribuzione di posizione parte fissa, assegni personali, indennità di esclusività) e trattamento accessorio (retribuzione di posizione parte variabile, indennità di direzione struttura complessa, retribuzione di risultato, lavoro straordinario e notturno, assegno "ad personam"). Per difendersi dagli errori bisogna abituarsi a prestare attenzione ai cedolini delle buste paga mensili, alle certificazioni uniche annuali, e agli estratti contributivi richiedibili ad Inps trimestralmente, in particolare Ecocert, certificato, ben prima di uscire dal mondo del lavoro, è il messaggio dei legali Consulcesi.

«Anche noi abbiamo osservato un ritardo sia nell'applicazione dei contratti di lavoro che nell'invio all'inps dei nuovi valori stipendiali da parte di Asl e ospedali pubblici, e abbiamo sollecitato le amministrazioni», dice Giorgio Cavallero segretario generale Cosmed, confederazione sindacale dei medici dirigenti cui aderiscono Anaao-Assomed, Aaroi-Emac, Fvm Fedirets, Anmi Assomed-Sivemp Fpm, Andprosan. «I ritardi anche per la concomitanza con la pandemia, vanno attribuiti all'applicazione del nuovo contratto ospedalieri della dirigenza dell'area sanità 2016-18 firmato da sindacati ed Aran nel il 19 dicembre 2019 La stipula del contratto dà diritto al ricalcolo dell'assegno pensionistico e della liquidazione per chi è andato in pensione dal 1.1.2016 fino alla data di sottoscrizione (19.12.2019) e talora nei primi mesi del 2020. Mentre nel privato di norma gli aggiornamenti contrattuali non mettono a rischio la puntualità e la precisione dei calcoli Inps, nel pubblico, con le contrattazioni differite, può accadere che il medico vada in pensione prima che gli aumenti cui avrebbe diritto possano essere contabilizzati. Né le aziende ovviamente possono erogare aumenti in busta paga prima che il contratto sia in vigore. Pertanto, può accadere che le voci stipendiali, base di calcolo per pensioni e liquidazioni non siano aggiornate tempestivamente. La procedura per recuperare gli aumenti non attribuiti passa per una richiesta di adeguamento all'amministrazione aziendale; richiesta che quest'ultima invierà all'Inps. Solo successivamente si può inoltrare una richiesta di ricalcolo all'Inps. I tempi e le pratiche possono essere lunghi, ma alla fine in forza di quest'ultimo contratto il medico può recuperare fino a un 4% in più nel trattamento pensionistico annuale complessivo e in parte anche sul trattamento di fine rapporto».

Altro tema di una certa complessità attiene le pensioni in cumulo da contributi versati a più casse previdenziali. «Il calcolo qui è complesso e talora occorre attendere anche i calcoli degli enti pensionistici. È opportuno durante la vita lavorativa, con una qualche frequenza, verificare sul sito Inps l'estratto contributivo, che purtroppo è informativo e nulla certifica, e avere una proiezione sia pur approssimativa del proprio assegno prima di andare in pensione; ci sono in ogni caso tutele opportune e la prescrizione ha scadenza quinquennale».

Mauro Miserendino